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Il Papa: "Adorare è un gesto d'amore che cambia la vita, come i Magi"

L'omelia del Papa nel giorno dell'Epifania del Signore: "Adorando, scopriamo che la vita cristiana è una storia d’amore con Dio"

Il Papa durante la Messa per la Solennità dell'Epifania del Signore  |  | Daniel Ibanez / ACI Group Il Papa durante la Messa per la Solennità dell'Epifania del Signore | | Daniel Ibanez / ACI Group
È il Giorno dell’Epifania del Signore, il giorno dell'annuncio del calendario liturgico, proclamazione della Pasqua, che quest'anno cade il 12 aprile. Papa Francesco celebra la Messa nella Basilica Vaticana e nella sua omelia racconta innanzitutto del "senso dell'adorazione" dei Magi.
"Se perdiamo il senso dell’adorazione - dice Papa Francesco - perdiamo il senso di marcia della vita cristiana, che è un cammino verso il Signore, non verso di noi. È il rischio da cui ci mette in guardia il Vangelo, presentando, accanto ai Magi, dei personaggi che non riescono ad adorare".
Papa Francesco inizia con Erode, che "utilizza il verbo adorare, ma in modo ingannevole". "In realtà, Erode adorava solo se stesso e perciò voleva liberarsi del Bambino con la menzogna - spiega Francesco - Che cosa ci insegna questo? Che l’uomo, quando non adora Dio, è portato ad adorare il suo io. È un rischio serio: servirci di Dio anziché servire Dio. Quante volte abbiamo scambiato gli interessi del Vangelo con i nostri, quante volte abbiamo ammantato di religiosità quel che ci faceva comodo, quante volte abbiamo confuso il potere secondo Dio, che è servire gli altri, col potere secondo il mondo, che è servire sé stessi!".
Poi il Papa elenca altre persone nel Vangelo che "non riescono ad adorare": sono i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo. "Sanno dove andare, ma non vanno. Anche da questo possiamo trarre un insegnamento. Nella vita cristiana non basta sapere: senza uscire da sé stessi, senza incontrare, senza adorare non si conosce Dio. La teologia e l’efficienza pastorale servono a poco o nulla se non si piegano le ginocchia; se non si fa come i Magi, che non furono solo sapienti organizzatori di un viaggio, ma camminarono e adorarono", aggiunge il Pontefice.
"Adorando, scopriamo che la vita cristiana è una storia d’amore con Dio, dove non bastano le buone idee, ma bisogna mettere Lui al primo posto, come fa un innamorato con la persona che ama. Così dev’essere la Chiesa, un’adoratrice innamorata di Gesù suo sposo. Riscopriamo l’adorazione come esigenza della fede.", raccomanda Papa Francesco.

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"Adorare è incontrare Gesù senza la lista delle richieste - dice ancora il Papa - ma con l’unica richiesta di stare con Lui. È scoprire che la gioia e la pace crescono con la lode e il rendimento di grazie. Quando adoriamo permettiamo a Gesù di guarirci e cambiarci".
Conclude così il Pontefice la sua omelia: "Adorare è un gesto d’amore che cambia la vita. È fare come i Magi: è portare al Signore l’oro, per dirgli che niente è più prezioso di Lui; è offrirgli l’incenso, per dirgli che solo con Lui la nostra vita si eleva verso l’alto; è presentargli la mirra, con cui si ungevano i corpi feriti e straziati, per promettere a Gesù di soccorrere il nostro prossimo emarginato e sofferente, perché lì c’è Lui".
Il Papa aggiunge infine a braccio: "La Chiesa deve andare più avanti con la preghiera dell'adorazione, dobbiamo crescere in questo, pregare adorando..."