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Il Papa agli studenti "La Zolla": "E' importante costruire una comunità educante"

Il Papa riceve gli studenti "La Zolla" di Milano e a braccio ricorda i bambini e i ragazzi che soffrono per la guerra in Ucraina

Papa Francesco, udienza generale |  | Daniel Ibanez / ACI Group Papa Francesco, udienza generale | | Daniel Ibanez / ACI Group

Prima dell’Udienza Generale, Papa Francesco si reca in Basilica Vaticana per salutare gli studenti della Scuola “La Zolla” di Milano. Il Papa, poi, a braccio, prega per tutti i ragazzi ucraini. 

La Scuola Zolla è gestita interamente da laici e fa parte delle Opere Educative e compie 50 anni.

"Sono contento di accogliervi e rivolgo un cordiale saluto a voi, ai vostri genitori e ai vostri insegnanti. La vostra scuola di ispirazione cristiana è una realtà preziosa per il territorio milanese e offre un apprezzato servizio educativo in collaborazione con le famiglie. È importante costruire una comunità educante in cui, insieme ai docenti, i genitori possano essere protagonisti della crescita culturale dei loro figli. E' importante questo patto educativo, genitori e insegnanti", commenta il Papa.

"A voi ragazzi vorrei lasciare due parole che mi vengono dal cuore: condivisione e accoglienza. Mi avete sentito o dormite? Condivisione: non stancatevi di maturare insieme alle persone che vi vivono accanto: i compagni di scuola, i genitori, gli educatori, gli amici. C’è bisogno di fare squadra, di crescere non solo nelle conoscenze, ma anche nel tessere legami per costruire una società più solidale e fraterna. Perché la pace, di cui abbiamo tanto bisogno, si costruisce artigianalmente nella società, nella scuola, attraverso la condivisione", dice ancora il Pontefice.

"La seconda parola: accoglienza. Il mondo d’oggi mette tante barriere tra le persone. E il risultato delle barriere sono le esclusioni, lo scarto. Anche a scuola delle volte c'è qualche compagno o compagna strano, che non ci piace, mai scartarlo, mai fare i bulli. Uguali. Un po antipatico poveretto, ma non scartare nessuno per favore. Ci sono barriere tra Stati, tra gruppi sociali, ma anche tra le persone. E spesso pure il telefono che continuate a guardare diventa una frontiera che vi isola in un mondo che avete a portata di mano. Quanto è bello invece guardare negli occhi le persone, ascoltarne la storia e accoglierne l’identità; generare, attraverso l’amicizia, ponti con fratelli e sorelle di tradizioni, etnie e religioni diverse. Solo facendo così costruiremo, con l’aiuto di Dio, un futuro di pace e di speranza", conclude Francesco.

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"Vi chiedo di pensare, pensiamo a tanti bambini ragazzi e ragazze che sono in guerra, che oggi in Ucraina stanno soffrendo, sono come voi, 6-7-14 anni, voi avete davanti un futuro, una sicurezza sociale di crescere in una società in pace, invece questi piccoli, anche piccolini, devono fuggire dalle bombe, stanno soffrendo tanto con quel freddo che fa lì, ognuno di noi pensi a questi ragazzi,bambini e bambine, oggi stanno soffrendo, a tremila chilometri da qui. Preghiamo il Signore, io farò la preghiera, voi pregate con me con il cuore e con la mente".

Il Papa inizia la preghiera e pensa "a tutti i ragazzi che stanno vivendo sotto le bombe, che vedono questa guerra terribile, che non hanno da mangiare, che devono fuggire, lasciando casa, tutto, Signore Gesù guarda questi bambini, questi ragazzi, sono le vittime della superbia di noi, gli adulti, Signore Gesù benedici questi bambini e proteggili. Insieme preghiamo la Madonna perché li protegga".