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Il Papa ai giovani di Codogno: "Testa, cuore e mani: un circolo da tenere sempre aperto"

L'Udienza del Papa ai Dirigenti e Studenti dell’Istituto “Ambrosoli” di Codogno

Il Papa con gli studenti di Codogno |  | Vatican Media / ACI Group Il Papa con gli studenti di Codogno | | Vatican Media / ACI Group

"Il nostro incontro avrebbe dovuto avvenire lo scorso febbraio, nell’anniversario dell’inizio dell’epidemia in Europa, proprio nella città di Codogno. Appena ricevuta la vostra proposta, avevo visto che era importante accoglierla, perché la vostra scuola, nel contesto di questa dura prova, rappresenta un segno di speranza". Cosi Papa Francesco accoglie i Dirigenti e gli Studenti dell’Istituto “Ambrosoli” di Codogno ricevuti questa mattina in Udienza nel Palazzo Apostolico Vaticano.

"Prima di tutto perché è una scuola, cioè luogo educativo per eccellenza. E secondo, nello specifico, perché è un istituto tecnico-professionale, cioè prepara direttamente i giovani al lavoro; e proprio il lavoro, l’occupazione, è una delle vittime di questa pandemia. Dunque, siete un doppio segno di speranza. Ma se lo siete concretamente è perché, come ha detto la Dirigente, non vi siete mai persi d’animo. Questo è decisivo. Mi congratulo con voi!", dice il Papa agli studenti di Codogno, il primo comune italiano ad essere colpito duramente dal Coronavirus.

E' il 21 febbraio 2020 quando viene scoperto il primo caso covid in Italia. Codogno viene isolata, le scuole chiudono e il piccolo comune di Lodi diventa la nuova Whuan. 

"In questi mesi mi sono arrivate notizie di diverse esperienze molto positive vissute da gruppi di insegnanti e studenti, in Italia e in altri Paesi. Esperienze che dimostrano che quando si incontrano la generatività degli insegnanti con i “sogni” degli studenti non c’è virus che possa fermarli! Voi ragazzi e ragazze avete dentro una forza, un desiderio che, se viene stimolato e accompagnato con saggezza e passione dagli adulti, porta frutti sorprendenti. Lo diceva bene la Dirigente: c’è bisogno di docenti che siano “maestri” nel senso più nobile del termine", dice ancora il Pontefice.

Per il Papa "testa, cuore e mani" per i giovani e la scuola sono "un circolo da tenere sempre aperto e dinamico".

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"La dimensione relazionale tra voi studenti, e anche con gli insegnanti, è stata penalizzata nei lunghi mesi della didattica a distanza. Ora vi auguro di poterla riprendere pienamente. Ma vi invito anche a imparare da questa mancanza: che, in un certo senso, questa esperienza negativa possa insegnare qualcosa, cioè proprio l’importanza della relazione interpersonale reale, non virtuale. Voi ragazzi e ragazze siete figli della società digitale, che ha aperto nuove vie alla conoscenza e alla comunicazione; ma sappiamo bene ormai che c’è il pericolo di chiudersi in sé stessi e di vedere la realtà sempre attraverso un filtro che solo apparentemente accresce la nostra libertà. L’esperienza della pandemia, con questa “astinenza” dalle relazioni amicali, possa stimolare in voi, che ne siete consapevoli, un maggiore senso critico nell’uso di questi strumenti; perché restino tali, cioè strumenti, soggetti alla nostra intelligenza e volontà", dice cosi il Papa la sua udienza ribadendo che appunto l'amicizia non deve essere solo virtuale.

"E un’altra cosa voglio dirvi: sicuramente voi avete sentito tante volte: “i giovani, dobbiamo curare i giovani perché sono il futuro”. Niente: voi siete il presente, voi siete il presente. Non bisogna pensare di spostarsi verso il futuro: sarete il futuro se sarete il presente. Voi siete il presente nella società. Senza i giovani, una società è quasi morta. Voi siete presente perché portate vita nuova. Non dimenticare questo", conclude il Papa a braccio.