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Il Papa ai seminaristi portoghesi: senza la Madonna saremmo orfani

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Una udienza iniziata con il canto dell’ Ave Maria  che accompagna le fiaccolate a Fatima. Il Papa ha ricevuto oggi la Comunità del Pontificio Collegio Portoghese di Roma.

Un saluto che si è aperto con il pensiero ai pastorellie poi a Roma alla esperienza del “vivere Roma”: “Al di sopra di ogni altro obiettivo che vi abbia portato a Roma e qui vi trattenga, ci sia sempre questo: conoscere e amare Cristo – come direbbe l’apostolo Paolo – cercando di conformarsi sempre più a Lui fino al dono totale di sé”.

La preoccupazione è quella di “crescere nel cammino della consacrazione sacerdotale, mediante l’esperienza amorosa di Dio: un Dio vicino e fedele, come Lo sentirono i Beati Francesco e Giacinta e la Serva di Dio Lucia. Oggi, contemplando la loro vita umile eppure gloriosa, ci sentiamo spinti ad affidarci, anche noi, alle premure della stessa Maestra. E non si tratta di una novità. Lo preghiamo sempre nella più antica antifona latina della Madonna: «Sub tuum praesidium confugimus, Sancta Dei Genitrix». Ci invita proprio a cercare rifugio sotto il manto di Lei, una madre che ci prende per mano e ci insegna a crescere nell’amore di Cristo e nella comunione fraterna.”

Padre Caldas, molto emozionato, aveva detto che dal 1929, nella Cappella del Collegio, lo sguardo della Madre di Dio, in una statua fatta su indicazione di Lucia, accompagna le suppliche di chi si avvicina all’altare. “Guardate Lei- ripete il Papa- e lasciatevi guardare da Lei, perché è vostra Madre e vi ama tanto; lasciatevi guardare da Lei, per imparare a essere più umili e anche più coraggiosi nel seguire la Parola di Dio”.

Maria come madre e “quello che si può dire di Maria si può dire della Chiesa e anche della nostra anima. Tutte e tre sono femminili, tutte e tre sono Madri, tutte e tre danno vita. Occorre perciò coltivare il rapporto filiale con la Madonna, perché, se questo manca, c’è qualcosa di orfano nel cuore”.

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E infine un saluto speciale: “prego la Madonna di Fatima perché vi insegni a credere, adorare, sperare e amare come i Beati Francesco e Giacinta e la Serva di Dio Lucia”.

Il Collegio Portoghese ha anche avuto tra gli altri un impegno speciale nel proteggere gli ebrei a Roma durante al II Guerra Mondiale tanto da ottenere il riconoscimento di “Casa della vita”.