Come vi scrisse Papa Benedetto XVI, seguite “l’esempio luminoso di san Girolamo Emiliani, prendendo a cuore ogni povertà della nostra gioventù, morale, fisica, esistenziale, e innanzitutto la povertà di amore, radice di ogni serio problema umano”. Lo ha detto Papa Francesco ricevendo stamane in udienza i partecipanti al 138.mo Capitolo Generale dell’Ordine dei Chierici Regolari Somaschi.

Seguendo Girolamo Emiliani che propose di riformare la Chiesa “le opere di carità nella fedeltà al Vangelo, poi la comunità cristiana e la società civile, che non possono ignorare i piccoli e gli emarginati ma devono soccorrerli e promuoverne lo sviluppo umano integrale”. In tal modo anche oggi - propone Papa Francesco - è necessario mettersi in uscita “per andare verso l’umanità ferita e scartata, con scelte evangelicamente efficaci che nascono dalla capacità di guardare il mondo e l’umanità con gli occhi di Cristo. Pensiamo ai migranti, orfani, che vengono da soli che hanno bisogno di trovare paternità e maternità. Sui barconi tanti vengono da soli, e hanno bisogno di questo: questo è il vostro compito”.

Oggi - suggerisce il Pontefice ai Somaschi - dovete prestare attenzione “alle diverse forme di marginalità nelle periferie geografiche ed esistenziali. Per rendere un servizio adeguato nel campo del disagio minorile e giovanile, avete l’opportunità di coinvolgere i laici somaschi, per un impegno più consistente nell’ambito sociale del carisma. I diritti umani, la tutela dei minori, i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, la tutela del lavoro minorile, la prevenzione dello sfruttamento e della tratta sono questioni che vanno affrontate con la forza liberante del Vangelo e, in pari tempo, con adeguati strumenti operativi e competenze professionali”.

Come San Girolamo Emiliani -  conclude il Papa - consacrate “le vostre forze all’annuncio della salvezza in Cristo, affinché possa raggiungere le persone e le comunità delle nazioni in cui siete presenti e le loro tradizioni; così progredisce l’inculturazione, condizione necessaria al radicarsi della Chiesa nel mondo. In particolare, vorrei incoraggiarvi a continuare attivamente il vostro lavoro di formazione dei catechisti, degli animatori laici e del clero; è questo un servizio molto prezioso alle Chiese locali, in comunione con i Pastori e in unione con tutta la Chiesa e la sua tradizione vivente: uno dei pericoli più gravi per la Chiesa è il clericalismo, siano i laici ad andare avanti. Voi sosteneteli, aiutateli come sacerdoti e religiosi. Anche il dialogo ecumenico merita il vostro apporto. Il cammino verso la piena unità è lungo, richiede l’ascolto paziente di ciò che lo Spirito dice alle Chiese e, oggi in particolare, alle comunità ecclesiali in Africa e in Asia, nelle quali operate con ardore apostolico. Le collaborazioni possibili fra tutti i battezzati e la ricerca di una maggiore fedeltà all’unico Signore fanno direttamente parte della missione”.