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Il Papa ai valdesi: perdonateci! E il moderatore chiede la reciprocità eucaristica

Il Papa nel Tempio Valdese di Torino  |  | @osservatore romano
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Il Papa con il Moderatore della Tavola Valdese  |  | @osservatore romano
Il Papa con il Moderatore della Tavola Valdese | | @osservatore romano

Il Papa chiede perdono a nome della Chiesa cattolica per i “comportamenti non cristiani, persino non umani che, nella storia, abbiamo avuto contro di voi”,  e il Moderatore della Tavola Valdese, dopo aver parlato degli impegni comuni, fa due richieste che vanno al cuore della fede e mettono in discussione il Concilio Vaticano II. I valdesi chiedono di essere considerati “Chiesa” e non “comunità ecclesiale” e magari già nel 2017 anniversario della Riforma Luterana, e, ancora di più chiedono di considerare il loro pasto domenicale come la Eucarestia, perché “le parole sono le stesse dette da Gesù, sono le interpretazioni umani che sono diverse”. Lo ha detto il Pastore Eugenio Bernardini nel suo saluto, e dopo i saluti del pastore del Tempio di Torino e del Moderatore di Rio della Plata in Argentina, altro luogo dove i valdesi, sono emigrati.

Nel suo discorso il Papa ha parlato dei “frutti che il movimento ecumenico ha già permesso di raccogliere in questi anni” tra cui “la riscoperta della fraternità che unisce tutti coloro che credono in Gesù Cristo e sono stati battezzati nel suo nome.” Una riscoperta che ci “consente di cogliere il profondo legame che già ci unisce, malgrado le nostre differenze. Si tratta di una comunione ancora in cammino, che, con la preghiera, con la continua conversione personale e comunitaria e con l’aiuto dei teologi, noi speriamo, fiduciosi nell’azione dello Spirito Santo, possa diventare piena e visibile comunione nella verità e nella carità.”

Una riflessione sulla storia Papa Francesco l’ha fatta dicendo che “non possiamo che rattristarci di fronte alle contese e alle violenze commesse in nome della propria fede, e chiedo al Signore che ci dia la grazia di riconoscerci tutti peccatori e di saperci perdonare gli uni gli altri. È per iniziativa di Dio, il quale non si rassegna mai di fronte al peccato dell’uomo, che si aprono nuove strade per vivere la nostra fraternità, e a questo non possiamo sottrarci. Da parte della Chiesa Cattolica vi chiedo perdono per gli atteggiamenti e i comportamenti non cristiani, persino non umani che, nella storia, abbiamo avuto contro di voi. In nome del Signore Gesù Cristo, perdonateci!”

Ma gli ambiti di lavoro comune sono diversi oggi, spiega il Papa, dalla evangelizzazione al “servizio all’umanità che soffre, ai poveri, agli ammalati, ai migranti. Dall’opera liberatrice della grazia in ciascuno di noi deriva l’esigenza di testimoniare il volto misericordioso di Dio che si prende cura di tutti e, in particolare, di chi si trova nel bisogno.”

Papa Francesco ricorda però che permangono “differenze su importanti questioni antropologiche ed etiche”. Il Papa conclude con l’auspicio di “nuovo modo di essere gli uni con gli altri: guardando prima di tutto la grandezza della nostra fede comune e della nostra vita in Cristo e nello Spirito Santo, e, soltanto dopo, le divergenze che ancora sussistono.”

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Poi un dono molto eloquente: una copia della prima Bibbia protestante in francese, nata dalla riforma calvinista.  Il canto di un inno e la recita del Padre Nostro secondo una versione ecumenico ha concluso la visita del Papa.

Poi la recita di una benedizione finale,  una ulteriore riflessione di una pastora torinese, un inno e poi il Papa ha salutato alcuni della comunità.