"La Parola di Dio non si può portare come una proposta o come un’idea filosofica o morale, buona. E’ un’altra cosa. Ha bisogno di essere proposta con franchezza, con forza, perché la Parola penetri fino alle ossa. La Parola di Dio deve essere annunciata con coraggio. La persona che non ha coraggio – coraggio spirituale, coraggio nel cuore, che non è innamorata di Gesù, e da lì viene il coraggio! – dirà qualcosa di interessante, qualcosa di morale, qualcosa che farà bene, un bene filantropico, ma non c’è la Parola di Dio. E questa è incapace, questa parola, di formare il popolo di Dio. Solo la Parola di Dio proclamata con questa franchezza, con questo coraggio, è capace di formare il popolo di Dio". Così Papa Francesco nell'omelia pronunciata nel corso della Messa quotidiana a Santa Marta.

Ricordando i Santi Cirillo e Metodio, copatroni d'Europa, il Papa ricorda - secondo quanto diffuso dalla Radio Vaticana - che "la Parola di Dio va proclamata con preghiera. Sempre. Senza preghiera, tu potrai fare una bella conferenza, una bella istruzione. Ma non è la Parola di Dio. Soltanto da un cuore in preghiera può uscire la Parola di Dio. La preghiera, perché il Signore accompagni questo seminare la Parola, perché il Signore annaffi il seme perché germogli, la Parola. La Parola di Dio va proclamata con preghiera: la preghiera di quello che annuncia la Parola di Dio".

Chi è colui che predica la Parola di Dio? Si chiede il Pontefice... E' l'agnello che va in mezzo ai lupi. "Quando il predicatore si crede troppo intelligente o quando quello che ha la responsabilità di portare avanti la Parola di Dio vuol farsi furbo, finirà male. O negozierà la Parola di Dio: ai potenti, ai superbi". Si prenda esempio dai Santi Cirillo e Metodio - conclude Francesco - che "che hanno seminato e hanno aiutato a crescere le Chiese nel mondo, sono stati uomini coraggiosi, di preghiera e umili".