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Il Papa in volo chiarisce le sue dichiarazioni sul vescovo Barros

Il Papa nella conferenza stampa in aereo  |  | Alvaro de Juana/ Aci Group Il Papa nella conferenza stampa in aereo | | Alvaro de Juana/ Aci Group

Era prevedibile. Dopo la risposta sulla questione Barros in Chile ad un giornalista, il Papa avrebbe dovuto essere più chiaro con la stampa nella conferenza sul volo del ritorno.

A proposito di Barros  il Papa ricorda i suoi interventi nei vari discorsi, ricorda i 5 anni di tolleranza zero, e le prassi ormai consolidata con la possibilità di appello. Ed aggiunge che la questione della diocesi cilena era molto seria, ma c’erano molto condizionamenti. 

“Il caso del vescovo Barros, - dice il Papa- l'ho fatto studiare, indagare, li ho fatto lavorare sodo. Non ci sono prove, la tua parola. Poi parlerò delle prove, non ci sono evidenze di colpevolezza” aggiunge “ aspetto una prova per cambiare opinione” altrimenti spiega rispetto il procedimento della’ innocenza fino a prova contraria.

Poi  parla del dramma degli abusati, che non hanno voglia di portare le “prove” della loro vicenda.

La parola prova non è stata una scelta felice dice il Papa, nel caos di Barros non ci sono evidenze per condannare, non si può condannare senza certezza morale sennò “commetterei un delitto”.

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Poi spiega una lettera scritta quando era arcivescovo di Buenos Aires, spiega che ci sono in Cile 4 vescovi formati da Karadima, si pensava fosse meglio che era meglio che rinunciassero, dessero le dimissioni, si prendessero un anno sabbatico. Questo il caso di Barros di cui si chiedevano le dimissioni. “Ed è venuto a Roma e ho detto no, così non si gioca, perché questo è ammettere…..poi in ogni caso se sono colpevoli si indaga. E ho respinto. Questo i 10 mesi di quella lettera. Poi quando è stato nominato è andato avanti tutto questo movimento di protesta, lui mi ha dato le dimissioni per la seconda volta. Io detto no, tu vai”. Ma alla fine il Papa ripete: “non posso condannarlo perché non ho le evidenze e questo è quello che io ho voluto dire. Non posso condannarlo perché non ho le evidenze. Ma anche io sono convinto che è innocente”.

Poi aggiunge: “devo chiedere scusa perché la parola “prova” ha ferito, ha ferito tanti abusati, ma io devo andare a cercare la certifica, devo fare quello…una parola di traduzione, nel gergo legale, io li ho feriti. Chiedo scusa a loro se le ferite sono state forti, ma è una ferita senza volerlo. E a me questo fatto orrore tanto perché io ricevo loro” nei viaggi ...”e so quanto loro soffrono, sentire che il Papa gli dice in faccia portatemi una lettera, una prova è uno schiaffo. E mi accorgo che la mia espressione non è stata felice, perché non ho pensato e capisco come dice l’apostolo Pietro, in una delle sue lettere, l’incendio che si è sollevato. Questo è quello che io posso dirti con sincerità. Barros resterà li se io non trovo il modo di condannarlo. Io non posso condannarlo se non ho non dico prove, se non evidenze. E ci sono tanti modi di arrivare ad un’evidenza. Chiaro?”.

Il Papa parla anche di corruzione nella Chiesa e inizia con la questione del Sodalizio di Vita Cristiana, da poco commissariato. Il Papa ripercorre la storia degli ultimi 20 anni, con la condanna delle autorità vaticane del fondatore e aggiunge che il cardinale Tobin, di Newark nella sua visita ha trovato altre cose dal punti di vista economico non chiare. Ecco perché il Papa dice che ha chiesto il commissariamento. Un parallelo il Papa lo fa con la questione dei Legionari di Cristo, come Benedetto XVI “che in queste cose è stato molto deciso e non ha tollerato queste cose ed io imparato da lui a non tollerarle”.

 

Una domanda anche sulla dichiarazione del cardinal O’Malley , che dice il Papa alla fine mi ha fatto riflettere sulla parola “prova”, calunnia. E aggiunge “ ma io non ho sentito alcuna vittima di Barros….ma non sono venuti, non hanno dato l’evidenza del giudizio”, ripete e aggiunge: “Io ho apprezzato il cardinal O’Malley, lo ringrazio per la dichiarazione perché è stato molto giusto. Ha detto tutto quello che ho fatto e che faccio, che fa la Chiesa, e poi ha detto il dolore delle vittime. Non di questo caso, in genere. Perché si sentono tante vittime che non sono capaci di portare un documento o una testimonianza”  spiega che la commissione in parte rinnovata, ma “per favore non pensare che..i tempi sono tempi normali per una nomina del genere” cioè di un cambiamento del Presidente.