“Ma questo sacerdote parla troppo di povertà, questo vescovo parla di povertà, questo cristiano, questa suora parlano di povertà… Ma sono un po’ comunisti, no? La povertà è proprio al centro del Vangelo. Se noi togliessimo la povertà dal Vangelo, non si capirebbe niente del messaggio di Gesù”. Lo ha detto stamane Papa Francesco nel corso della Messa mattutina a Santa Marta.

Il Pontefice ha proseguito affrontando il tema della teologia della povertà. “Dalla povertà viene la ricchezza – ha spiegato – è uno scambio mutuo. Gesù da ricco che era – dalla ricchezza di Dio – si è fatto povero, essere povero è lasciarsi arricchire dalla povertà di Cristo e non volere essere ricco con altre ricchezze che non siano quelle di Cristo. Quando noi diamo aiuto ai poveri, non facciamo cristianamente opere di beneficienza. Questo è buono, è umano - le opere di beneficienza sono cose buone e umane – ma questa non è la povertà cristiana. La povertà cristiana è che io do del mio e non del superfluo, anche del necessario, al povero, perché so che lui mi arricchisce. E perché mi arricchisce il povero? Perché Gesù ha detto che Lui stesso è nel povero”.

Essere poveri, la povertà cristiana – ha aggiunto concludendo l’omelia Papa Bergoglio – “è al centro del Vangelo; non è un’ideologia. E’ proprio questo mistero, il mistero di Cristo che si è abbassato, si è umiliato, si è impoverito per arricchirci. Così si capisce perché la prima delle Beatitudini sia Beati i poveri di spirito. Essere povero di spirito è andare su questa strada del Signore: la povertà del Signore che, anche, si abbassa tanto che adesso si fa’ pane per noi, in questo sacrificio. Continua ad abbassarsi nella storia della Chiesa, nel memoriale della sua passione, nel memoriale della sua umiliazione, nel memoriale del suo abbassamento, nel memoriale della sua povertà, e di questo pane Lui ci arricchisce”.