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Il Pellegrinaggio Macerata-Loreto festeggia i 40 anni con Papa Francesco al telefono

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Giunge alla 40° edizione il Pellegrinaggio a piedi Macerata-Loreto, che inizierà sabato 9 giugno allo stadio ‘Helvia Recina’ di Macerata con la celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Beniamino Stella, prefetto della Congregazione per il Clero, e la partecipazione del card. Edoardo Menichelli, arcivescovo emerito di Ancona-Osimo e dei vescovi delle Marche; mentre a Loreto i pellegrini saranno accolti dal card. Gualtiero Bassetti, presidente della CEI. Il tema scelto quest’anno è la domanda che Gesù rivolge ad Andrea e Giovanni che avevano iniziato a seguirLo: ‘Che cercate?’: “Ognuno di noi è alla ricerca di qualcosa, in maniera più o meno consapevole, a volte identificando la risposta con un'immagine creata da noi stessi o indotta dal contesto in cui viviamo. L’esigenza di trovare un senso a quel vuoto esistenziale che tanti giovani percepiscono in loro e intorno a loro si fa sempre più acuta: perché vivo? Che senso ha soffrire? Perché affannarsi?

Proprio il Santo Padre, in preparazione del Sinodo ‘I giovani, la fede, il discernimento vocazionale’ che si terrà nell’ottobre 2018, ha voluto mettersi in dialogo con loro chiedendo quali siano le loro paure, le loro preoccupazioni”. Anche in questa edizione e nel ricordo della straordinaria figura di san Giovanni Paolo II che 25 anni fa partecipò al Pellegrinaggio, non mancherà la presenza di papa Francesco che ha assicurato il suo saluto via telefono prima della partenza. Partendo da questi punti abbiamo rivolto alcune domande a mons. Giancarlo Vecerrica, vescovo emerito di Fabriano-Matelica, e guida instancabile in questi 40 anni del Pellegrinaggio.

Il titolo del pellegrinaggio è una domanda provocatoria verso i giovani o una domanda vera?
“La domanda ‘Che cercate?’ è la prima parola che Gesù pronuncia nel Vangelo (Gv 1,37) ai due giovani Andrea e Giovanni che si erano avvicinati a lui. E’ una domanda vera e provocatoria, perché apre alla vita. Non si può vivere senza conoscerne il senso e la meta. Oggi, il disagio di tutti, in particolare dei giovani, è proprio questo: manca la ragione del vivere e così vince il mal del vivere. C’è il crollo delle evidenze vere e significative. Il cristianesimo è la proposta di Gesù come la ‘via alla verità della vita’ (Gv 14,6). Chi lo incontra si sente libero e vivo, creativo e appassionato, come nei primi secoli del cristianesimo annunciava il Retore Vittorino: ‘Quando ho incontrato Cristo mi sono accorto di essere uomo’. Per questo il Pellegrinaggio incontra ogni anno l’interesse di tanti giovani proprio perché non elude queste domande e propone un’esperienza all’altezza del vuoto esistenziale che caratterizza la nostra società. Quindi il 40° Pellegrinaggio Macerata-Loreto intende essere questa provocazione per suscitare il desiderio della vita come ricerca e attesa, e come possibilità di incontrare Gesù per camminare lieti nella vita. Per questo lo slogan che rivolgo sempre ai giovani è: siate pellegrini e non vagabondi”.

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Allora cosa cercano oggi i giovani?
“I giovani sono i nuovi poveri di oggi, perché poveri di senso, di vita e di lavoro. Essi cercano chi veramente li soddisfa e li coinvolge. Il cuore di ogni uomo è desiderio di infinito, pertanto i giovani, essendo genuini, non si rassegnano ad avere una risposta qualsiasi, ma giustamente cercano una risposta soddisfacente, che riempie tutta la vita. Inoltre, i giovani giustamente vogliono non proposte ideologiche o dottrinali, ma una risposta che li renda protagonisti. Nel 1994, durante il cammino notturno da Macerata a Loreto, una ragazza sportiva ha dato questa testimonianza: ‘Sono venuta al pellegrinaggio perché sono atea; voglio vedere Dio nel volto di quelli che ci credono’. Un altro esempio: nel 2004 un parroco ha chiesto a dei giovani cosiddetti sbandati che erano venuti al pellegrinaggio perché in parrocchia non vengono, ma al pellegrinaggio vi partecipano. La risposta fu: ‘perché lì ci coinvolgono’. Come è vero ciò che ha detto papa Francesco: ‘I giovani sono virtualizzati, dobbiamo farli atterrare nel mondo reale’”.

E 40 anni fa chi ha dato il via al pellegrinaggio cosa cercava?
“Insegnando religione al liceo classico ‘Giacomo Leopardi’ di Macerata cercavo per i miei studenti un gesto che tenesse vivo il cammino di ricerca e di esperienza di fede anche durante il momento agitato della fine dell’anno scolastico e dell’inizio delle vacanze, perché non fossero, come diceva don Bosco, ‘la vendemmia del demonio’. Allora inizia l’esperienza di un campo di lavoro con i contadini a Collevario, con il titolo, preso da don Milani: contro la mentalità ‘cittadinborgheseintellettualstudentesca’. Poi, nel 1978 iniziammo, sempre con i miei studenti, questo cammino notturno da Macerata al Santuario mariano di Loreto per ringraziare e per tenere viva la risposta per la domanda della vita, che è la compagnia di Gesù, sull’esempio della Madonna. La Casa di Loreto è l’inizio di un’esperienza di vita piena di senso e di amore. ‘I giovani sono troppo soli’, sottolinea la scrittrice Delphine de Vigan. Allora è importante coinvolgere i giovani in un’esperienza profonda, piena del divino, insieme agli altri”.

Per quale motivo tanti giovani partecipano al pellegrinaggio?
“Molti giovani ci stanno scrivendo il motivo del loro desiderio di venire al pellegrinaggio. La domanda ‘Che cercate?’ sta mobilitando giovani e adulti. Come esempio presento un breve estratto della testimonianza di una ragazza che ci ha scritto così: ‘... ho perso il conto ormai dei pellegrinaggi cui ho partecipato. Ogni anno attendo con entusiasmo questo appuntamento. Il pellegrinaggio è di certo stato fondamentale per la mia fede, soprattutto quando avevo abbandonato il cammino nella mia notte della fede. E’ stato il primo gesto che liberamente mi sono sentita di fare, dopo che la Madonna mi aveva ripreso. Vengo perché è un gesto semplice e non bisogna essere né bravi, né istruiti, né atleti, né eroi per compierlo. Basta avere il cuore e la mente fissi su quello che accade e chiedere di poter vedere oltre le apparenze’”.

Ad ottobre si svolgerà il Sinodo dei Vescovi per i giovani: in quale modo la Chiesa si pone all’ascolto delle domande dei giovani?
“Che bello l’invito di papa Francesco: ‘Giovani, non fatevi zittire’. In molte scuole, università e comunità i giovani stanno rispondendo alla domanda “Che cercate?”. Queste risposte che ci arrivano le invieremo al Santo Padre come piccolo contributo al prossimo Sinodo dei Vescovi sul tema ‘I giovani, la fede e il discernimento vocazionale’. Papa Francesco ha impostato la preparazione al Sinodo proprio con questo metodo: mettersi in ascolto delle domande dei giovani. A marzo ha convocato rappresentanti di giovani di tutto il mondo, religiosi e non, e si è posto in ascolto di loro ed ha chiesto loro di esercitare la ‘parresia’, cioè essere liberi di dire tutto ciò che hanno dentro il cuore e come vedono la Chiesa, in positivo e in negativo. Il Pellegrinaggio Macerata-Loreto sia un bel sinodo dei giovani, in attesa di accogliere e ascoltare la telefonata che anche quest’anno ci ha promesso papa Francesco”.

 

 

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