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Immigrazione, pace nel mondo e Stille Nacht: il Cancelliere Kurz dal Papa

Papa Francesco e Kurz | Papa Francesco e il Primo Ministro Austriaco Sebastian Kurz | Elise Harris / CNA Papa Francesco e Kurz | Papa Francesco e il Primo Ministro Austriaco Sebastian Kurz | Elise Harris / CNA

Il tema immigrazione era quello probabilmente più cruciale. Ma il dato più curioso della visita del Primo Ministro austriaco Sebastian Kurz a Papa Francesco è la presenza, nella sua delegazione, del governatore Wilfried Haslauer, governatore del Salisburghese, chiamato a presentare al Papa le iniziative per il 200esimo anniversario di Stille Nacth, il celebre canto natalizio composto dal sacerdote Joseph Mohr e musicato da Xaver Gruber che fu eseguito per la prima volta nella chiesa di Oberdorf la notte di Natale del 1818. Il sindaco di Salisburgo ha invitato il Papa a visitare la città per i festeggiamenti.

Al di là della parentesi culturale, c’era molta attesa per la seconda visita di Kurz in Vaticano. C’era già stato nel 2015, nelle vesti di ministro degli Esteri. E con la Santa Sede l’Austria mantiene un rapporto stabile. A dicembre, Kurz, nelle vesti di presidente di turno dell’OSCE, si era anche intrattenuto a colloquio con l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, “ministro degli Esteri” della Santa Sede, lì per il consueto Consiglio Ministeriale.

Il filo diretto è costante. Ma l’incontro con il Papa rappresenta, di certo, un passo successivo. Ed è stato un incontro di 35 minuti circa, con interprete tra tedesco e italiano, ma anche con qualche parola scambiata del Papa con Kurz in tedesco – non molto, per la verità – perché Papa Francesco conosce un po’ la lingua dal tempo in cui, negli Anni Ottanta, ha vissuto per un po’ in Germania.

Si legge nel comunicato della Sala Stampa della Santa Sede che “nei cordiali colloqui si sono rilevati i buoni rapporti bilaterali e la fruttuosa collaborazione esistente tra la Santa Sede e l’Austria, sottolineando l’importanza della tutela della vita e della famiglia e della promozione del bene comune della società, soprattutto nei confronti delle fasce più deboli della popolazione”.

Il comunicato spiega poi che “nel prosieguo dell’incontro, si è fatto riferimento al contributo del Paese in seno all’Unione Europea e alla necessità della solidarietà tra i popoli. Infine, ci si è soffermati su alcuni temi di attualità internazionale, tra i quali la pace, il disarmo nucleare e le migrazioni”.

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Tutti confermati, dunque, i temi del colloquio anticipati da un portavoce della Cancelleria a Vienna, dalla protezione dei cristiani perseguitati in Medio Oriente al disarmo nucleare al contributo della Chiesa Cattolica alla coesione sociale in Austria, grazie anche al lavoro della Caritas in Austria.

Quest’ultima ha iniziato la sua presenza in Austria un secolo fa, portando sollievo alle vittime della Prima Guerra Mondiale, e ora prosegue il suo lavoro con 1600 programmi di assistenza sociale per bisognosi, che vanno dall’assistenza alle mamme single con buoni cibo al pagamento delle bollette per gli anziani, fino alla cura per i senza tetto: la Caritas in Austria ha stabilito 45 istituzioni per i senzatetto, e ha creato 1254 posti di lavoro a lungo termine per disoccupati.

In più, Caritas Austria ha anche 622 progetti esteri in Africa, Asia, America Latina e nelle nazioni più povere di Europa. Ma è soprattutto noto l’impegno per i rifugiati: per tutto il 2015, Caritas Austria ha aiutato i rifugiati in Siria e in Giordania e Libano, e ha prestato soccorsi per i circa 800 mila migranti in transito nella nazione e per quanti cercavano asilo.

Il tema dei migranti è cruciale, per l’Austria. Il governo Kurz punta ad una chiusura totale dei confini e il respingimento degli immigrati senza diritto di asilo. I dettagli di questa posizione sono stati poi delineati nel colloquio tra il presidente Kurz e il Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano.