Quindici immigrati sono stati arrestati a Palermo con l'accusa di aver gettato in mare durante la traversata del Canale di Sicilia dodici loro compagni di religione cristiana. Come riporta migrantesonline.it, 15 sono tutti musulmani e tra loro c'è anche un minorenne. A firmare la richiesta di arresto è stato il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, perché i fatti sono accaduti in acque internazionali. Era stato il Procuratore capo di Palermo, Francesco Lo Voi, a inoltrare la richiesta di arresto al ministro.


Secondo quanto ricostruito in base alle testimonianze di altri profughi, sul barcone sarebbe scoppiata una rissa per motivi religiosi e i musulmani hanno sopraffatto i cristiani e li hanno scaraventati fuori bordo. Un episodio “triste che sottolinea tutta la disperazione dei migranti per cui in uno spazio piccolo ognuno cerca di salvare la propria pelle”, sottolinea Mons. Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes: ”siamo davanti ad un aspetto nuovo del dramma dei migranti che dimostra la grande disperazione di queste persone. Ognuno, in uno spazio limitato quale può essere quello di un barcone, cerca di salvare la propria pelle. Non esaspererei il concetto dell’odio religioso”. Mons. Perego riflette sulla situazione che i migranti lasciano alle spalle: “Penso, ad esempio, al viaggio e alla fuga dal sud del Sahara. In molti certamente portano con sè l’odio religioso: penso alla divisione tra il Mali, dove c’è una maggioranza musulmana, e il Ghana dove la maggioranza è cristiana ma non esaspererei il concetto di odio religioso. Mi pare che siamo davanti ad un episodio triste ma al tempo stesso umano che mette in evidenza tutta la disperazione dei migranti. Persone con vicende diverse alle spalle, che hanno conosciuto storie di odio e divisioni, e che nell’esasperazione di un viaggio della disperazione, cercano di salvare la pelle”.