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Incontro mondiale delle famiglie: i 4 appuntamenti con Giovanni Paolo II

Giovanni Paolo II prese parte a quelli del 1994, 1997 e 2000 di persone e in collegamento dal Vaticano a quello di Manila nel 2003

San Giovanni Paolo II |  | JasnaGoraNews San Giovanni Paolo II | | JasnaGoraNews

L’incontro mondiale delle famiglie nasce grazie alla intuizione di Papa Giovanni Paolo II che – dopo aver dichiarato l’anno della famiglia – decise lo svolgimento del primo incontro mondiale a Roma per l’8 e il 9 ottobre 1994. L’evento si svolse grazie al lavoro del Pontificio Consiglio per la Famiglia, guidato allora dal Cardinale colombiano Alfonso Lopez Trujillo.

Ogni famiglia porta una luce, e ogni famiglia è una luce! È una luce, un faro – spiegava Giovanni Paolo l’8 ottobre 1994 in Piazza San Pietro - che deve illuminare la strada della Chiesa e del mondo nel futuro, verso la fine di questo millennio, ed anche oltre, fintanto che Dio permetterà a questo mondo di esistere”.

“Nella Chiesa e nella società – ribadiva il Papa - questa è l’ora della famiglia. Essa è chiamata ad un ruolo di primo piano nell’opera della nuova evangelizzazione. Dal seno di famiglie, dedite alla preghiera, all’apostolato e alla vita ecclesiale matureranno genuine vocazioni non solo per la formazione di altre famiglie, ma anche per la vita di speciale consacrazione”.

Nel 1997 Giovanni Paolo II a Rio de Janeiro partecipava al II Incontro Mondiale svoltosi il 4 e 5 ottobre.

Alle famiglie convenute allo stadio Maracanà, il Papa ribadiva che “la famiglia è patrimonio dell'umanità, perché è attraverso di essa che, secondo il disegno di Dio, si deve prolungare la presenza dell'uomo sulla terra. Nelle famiglie cristiane, fondate sul sacramento del matrimonio, la fede illumina in maniera meravigliosa il volto di Cristo, splendore della verità, che colma di luce e di gioia i focolari che ispirano la propria vita al Vangelo”.

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“Purtroppo – notava Giovanni Paolo II - oggi si sta diffondendo nel mondo un falso messaggio di felicità, impossibile e inconsistente, che porta con sé solo desolazione e amarezza. La felicità non si ottiene percorrendo la via della libertà senza la verità, perché questa è la via dell'egoismo irresponsabile, che divide e disgrega la famiglia e la società. Non è vero che i coniugi, come se fossero schiavi condannati alla loro stessa fragilità, non possono rimanere fedeli al reciproco e totale dono di sé, fino alla morte! Il Signore, che vi chiama a vivere nell'unità di una carne sola, unità di corpo e di anima, unità della vita intera, vi infonde la forza per una fedeltà che nobilita e fa sì che la vostra unione non corra il rischio del tradimento, che priva della dignità e della felicità e introduce nel focolare divisione e amarezza, le cui principali vittime sono i figli. La miglior difesa dell'unità familiare sta nella fedeltà, che costituisce un dono del Dio fedele e misericordioso, in un amore da Lui stesso redento”.

Il III incontro che ha visto ancora una volta la partecipazione di Giovanni Paolo II si è svolto a Roma il 14 e 15 ottobre 2000, nell’ambito del Grande Giubileo.

“Siete qui per una festa della speranza, facendo vostro – diceva il Papa alle famiglie convenute in Vaticano - il realismo operoso di questa fondamentale virtù cristiana. La situazione dei bambini è una sfida per l'intera società, una sfida che interpella direttamente le famiglie. Nessuno come voi, cari genitori, può costatare quanto sia essenziale per i figli poter contare su di voi, su entrambe le vostre figure - quella paterna e quella materna - nella complementarietà dei vostri doni. No, non è un passo avanti nella civiltà assecondare tendenze che mettono in ombra questa elementare verità e pretendono di affermarsi anche sul piano legale”.

Il quarto ed ultimo incontro mondiale delle famiglie con Giovanni Paolo II ha avuto luogo a Manila nel gennaio 2003. Il Papa si collegava con le Filippine dal Vaticano e lanciava un messaggio di speranza chiedendo alle famiglie di essere “innanzitutto buona notizia per il terzo millennio vivendo con impegno la vostra vocazione. Il matrimonio che avete celebrato un giorno più o meno lontano è il vostro modo specifico di essere discepoli di Gesù, di contribuire all'edificazione del Regno di Dio, di camminare verso la santità a cui ogni cristiano è chiamato. I coniugi cristiani, come afferma il Concilio Vaticano II, compiendo il loro dovere coniugale e familiare, tendono a raggiungere sempre più la propria perfezione e la mutua santificazione".