Cuttack Bhubaneswar , giovedì, 12. giugno, 2025 10:00 (ACI Stampa).
È sorta sul luogo del martirio di Matthew Nayak, pastore anglicano, ucciso (bruciato vivo) durante i massacri anticristiani in Orissa nel 2008. Ora, nello Stato indiano dell’India Orientale, nasce una nuova chiesa dedicata a San Michele Arcangelo, accanto alla vecchia chiesa di San Michele, che fu distrutta durante le violenze. Ed è un segno di rinascita per lo Stato indiano, perché in questi diciassette anni, nessuna chiesa era stata ricostruita.
La chiesa sorge nell’arcidiocesi di Cuttack Bhubaneswar. La comunità locale ha celebrato con gioia la nuova chiesa come un “segno di speranza”, anche se per quasi venti anni a partire dai massacri non si era più costruita una nuova chiesa. L'inaugurazione rende anche omaggio alle vittime e ricorda la terribile violenza causata dai fondamentalisti indù 17 anni fa.
All’inaugurazione della nuova chiesa, lo scorso 26 maggio, hanno partecipato oltre 500 laici, 14 sacerdoti e sette suore. L’arcivescovo John Barwa ha detto che “i criminali volevano distruggere e sterminare completamente i cristiani di questa regione, ma hanno fallito davanti alla mano potente del nostro Dio".
La nuova chiesa sorge accanto alla vecchia chiesa dove estremisti indù uccisero Mathieu Nayak. La parrocchia di Padangi, dedicata al Sacro Cuore di Gesù, fu fondata nel 1924 dai Missionari di San Francesco di Sales (MSFS). La parrocchia è ora gestita da sacerdoti della Congregazione della Missione. Conta 11 stazioni missionarie, con circa 400 famiglie cattoliche. La stazione missionaria di Gudrikia conta ora 45 famiglie cattoliche in un villaggio a maggioranza indù.
La violenza anticristiana del 2008 iniziò il 24 agosto 2008 e causò più di 100 morti e diverse centinaia di feriti. Durò per più di quattro mesi e lasciò più di 56.000 persone senza casa. Fu istigata da estremisti indù che accusarono falsamente la minoranza cristiana di aver causato la morte del leader dell'organizzazione nazionalista indù Vishwa Hindu Parishad , Swami Laxanananda Saraswati, nonostante il suo assassinio fosse stato rivendicato dai ribelli maoisti. I quattro mesi di violenza distrussero 300 chiese e 6.000 case e sfollarono diverse migliaia di cristiani.