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Aiuto alla Chiesa che Soffre, Montecitorio rosso in ricordo dei cristiani perseguitati

Nella “Red Week”, anche Montecitorio si illumina di rosso. Una conferenza di Aiuto alla Chiesa che Soffre alla Camera getta luce sulla situazione dei cristiani perseguitati. E intanto in Nigeria

Red Week ACS | I monumenti illuminati di rosso durante la Red Week di ACS | ACS Italia Red Week ACS | I monumenti illuminati di rosso durante la Red Week di ACS | ACS Italia

Anche Montecitorio si illuminerà di rosso, stasera, per il mercoledì in cui Aiuto alla Chiesa che Soffre in tutto il mondo lancia il suo allarme e chiede consapevolezza sul fatto che c’è una persecuzione in corso contro i cristiani, la quale – dati del suo ultimo rapporto alla mano – cresce in maniera inesorabile, mentre due terzi dell’umanità vivono in contesti in cui la libertà religiosa è compromessa.

Le violazioni della libertà religiosa e delle persecuzioni ai danni dei cristiani nel mondo sono state dettagliate in una conferenza stampa che si è tenuta alla Camera dei Deputati italiana lo scorso 18 novembre, nell’ambito appunto della Red Week, la settimana rossa di Aiuto alla Chiesa che Soffre, un appuntamento internazionale che la fondazione di diritto pontificio dedica alla sensibilizzazione sul dramma delle persecuzioni anti-cristiane.

“L’illuminazione di Montecitorio per la ‘Red Week’ è un invito a unirci in una battaglia comune – dice il presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana –: difendere i cristiani che, in tante parti del mondo, subiscono massacri e persecuzioni, e affermare il diritto universale alla libertà religiosa. Ringrazio Papa Leone XIV per i suoi appelli e per il richiamo continuo a questi temi. I dati delle violenze sono drammatici e fotografano situazioni che troppo spesso si consumano nel silenzio: richiamare l’urgenza di un’azione comune a livello internazionale è condizione imprescindibile per salvare vite e garantire diritti fondamentali”.

La conferenza del 18- novembre, frutto di un’iniziativa di Aiuto alla Chiesa che Soffre Italia, della Consulta Italiana per la Libertà Religiosa o di Credo e dell’Onorevole Paolo Formentini, aveva l’obiettivo di promuovere e difendere il diritto alla libertà religiosa a livello internazionale, mentre per la prima  volta ACS ha lanciato una petizione internazionale per la libertà religiosa.

L’ultimo rapporto ACS sottolinea che ci sono 413 milioni di cristiani che vivono in Paesi in cui la libertà religiosa è gravemente violata, e 220 milioni di essi risiedono in aeree in cui sono direttamente esposti a persecuzioni.

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Con la conferenza, si è cercato di sviluppare un dibattito che si spera coinvolga il Parlamento italiano in un impegno duraturo e trasversale in difesa della libertà religiosa. Sandra Sarti, presidente di Aiuto alla Chiesa che Soffre – Italia, ha infatti messo in luce che è necessaria una collaborazione tra organizzazioni impegnate nel settore e istituzioni.

L’impegno per la coscientizzazione della politica sul tema della libertà religiosa va di pari passo con il monitoraggio delle persecuzioni cristiane nel mondo. Ancora il 18 novembre, ACS Italia denunciava che venticinque studentesse della Government Girls’ Comprehensive Secondary School di Maga, nello Stato nord-occidentale di Kebbi (Nigeria) sono state rapite nella notte tra domenica e lunedì da una banda di criminali.

È successo in un momento – sostengono fonti ACS – in cui “la violenza si sembrava attenuata”, e anche per questo i banditi, che hanno fatto irruzione nella scuola verso le 3 del mattino, hanno potuto agire per molte ore senza incontrare alcuna resistenza.

Il vicepreside della scuola, Mallam Hassan Yakubu Makuku, è stato ucciso mentre cercava, impotente, di proteggere le sue studentesse”, ha aggiunto la fonte. La comunità ha chiesto un intervento immediato del governo.

La fonte ha inoltre spiegato che il distretto di Danko/Wasagu, dove si trova la scuola, è uno degli insediamenti religiosamente più diversificati dello Stato di Kebbi, che tra l’altro ha già registrato attacchi contro istituti scolastici. Diverse comunità locali sono a maggioranza cristiana, rendendo l’area una rara zona a prevalenza cristiana nel nord-ovest, a maggioranza musulmana. Per questo motivo, molte delle ragazze rapite sono cristiane, così come il vicepreside ucciso. Nessuna rivendicazione è giunta fino ad ora.

Torna così l’incubo rapimenti dopo quelli di massa di Chibok (2014) e Dapchi (2018), eventi che hanno lasciato un profondo trauma nella coscienza nazionale e sono diventati simbolo della grave crisi di sicurezza che colpisce la Nigeria. Anche il Papa ne ha parlato incontrando i giornalisti fuori da Castel Gandolfo il 18 novembre, con parole comunque piuttosto generiche.

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