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Ispettorato di Pubblica Sicurezza presso il Vaticano, il grazie del Papa

"Nel fare memoria della fondazione di questo Ispettorato, viene spontaneo ringraziare il Signore per 75 anni di storia e per l’opera di tanti uomini e donne della Polizia di Stato Italiana"

Udienza del Papa presso l'Aula Paolo VI |  | Vatican Media / ACI group Udienza del Papa presso l'Aula Paolo VI | | Vatican Media / ACI group

"Nel fare memoria della fondazione di questo Ispettorato, viene spontaneo ringraziare il Signore per 75 anni di storia e per l’opera di tanti uomini e donne della Polizia di Stato Italiana". Papa Francesco accoglie con queste parole in Aula Paolo VI i Dirigenti e gli Agenti dell’Ispettorato di Pubblica Sicurezza presso il Vaticano, in occasione del 75° anniversario di istituzione.

Francesco ripercorre la storia: "Nel solco del legame profondo che esiste tra la Santa Sede e l’Italia, essi hanno svolto, con competenza e passione, una missione che trae origine dai Patti Lateranensi del 1929. Quegli accordi, infatti, nel sancire la nascita dello Stato della Città del Vaticano, prevedevano per la Piazza San Pietro un peculiare regime, con libero accesso per pellegrini e turisti e sotto la vigilanza delle Autorità italiane. Guardando indietro, si vede come l’origine dell’Ispettorato di Pubblica Sicurezza Vaticano si collochi in un contesto di precarietà e di emergenza nazionale, quando le forze politiche e sociali erano impegnate nella ripresa democratica".

Papa Francesco continua: "L’occupazione di Roma da parte delle truppe tedesche nel 1943 aveva creato non poche difficoltà e preoccupazioni: si era posto il problema del rispetto da parte dei soldati tedeschi della neutralità e sovranità della Città del Vaticano, come pure della persona del Papa. Per nove mesi, il confine tra lo Stato Italiano e la Città del Vaticano, tracciato sul pavimento di Piazza San Pietro, era stato luogo di tensioni e di timori. I fedeli non potevano accedere agevolmente alla Basilica per pregare, pertanto in molti desistevano. Finalmente, il 4 giugno 1944 Roma fu liberata, ma la guerra lasciò ferite profonde nelle coscienze, macerie nelle strade, povertà e sofferenze nelle famiglie. I romani, e quei pellegrini che potevano raggiungere la capitale, accorrevano sempre più numerosi a San Pietro, anche per esprimere gratitudine al Papa Pio XII, proclamato “defensor civitatis”. Il nuovo Ufficio della Polizia di Stato presso il Vaticano era così in grado di rispondere adeguatamente alle nuove esigenze e di rendere un importante servizio sia all’Italia sia alla Santa Sede".

Il Pontefice ringrazia di cuore i presenti per tutto il lavoro. "Cari Funzionari e Agenti, vi ringrazio tanto per il vostro prezioso servizio, caratterizzato da solerzia, professionalità e spirito di sacrificio. Soprattutto ammiro la pazienza che esercitate nel dover trattare con persone di provenienze e culture così diverse e mi permetto di dire nel dover trattare con i preti. La mia riconoscenza si estende anche al vostro impegno di accompagnarmi durante gli spostamenti a Roma e nelle visite a diocesi o comunità in Italia. Un lavoro difficile, che richiede discrezione ed equilibrio, per far sì che gli itinerari del Papa non perdano il loro specifico carattere di incontro col Popolo di Dio. Per tutto questo, ancora una volta vi sono grato".

Il Papa conclude: "Auspico che la vostra fatica, compiuta non di rado con sacrificio e rischi, sia animata da una viva fede cristiana: essa è il più prezioso tesoro spirituale, che le vostre famiglie vi hanno affidato e che voi siete chiamati a trasmetterete ai vostri figli".

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Alla fine dell'Udienza la preghiera a San Michele Arcangelo.