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John Henry Newman, la fede ragionevole per laici impegnati

John Henry Newman |  | www.newmanfriendsinternational.org John Henry Newman | | www.newmanfriendsinternational.org

Una ragionevole fede. Quella di John Henry Newman, presto santo della Chiesa Cattolica, tra i padri fondatori dei quel "Movimento di Oxford" che vede quasi un compimento nella Costituzione Apostolica che Papa Benedetto XVI ha voluto perché gli anglicani possano essere in "piena e visibile comunione" con Roma. Logos e dialogo nel pensiero di un teologo che divenne cattolico anche per la "ragionevolezza della fede". 

“Le sue intuizioni sulla relazione fra fede e ragione- disse Benedetto XVI nella omelia per la Beatificazione nel 2010 in Inghilterra- sullo spazio vitale della religione rivelata nella società civilizzata, e sulla necessità di un approccio all’educazione ampiamente fondato e a lungo raggio, non furono soltanto di importanza profonda per l’Inghilterra vittoriana, ma continuano ancor oggi ad ispirare e ad illuminare molti in tutto il mondo.

Sono molti i libri, i convegni e centri di studi dedicati a Henry Newmann e negli ultimi anni sono stati anche approfonditi gli studi su altri grandi personaggi in relazione a Newman come nel caso di Edith Stein.

Newman "risolve" il conflitto ancestrale tra fede e ragione.  Un conflitto che sembra trovare soluzione anche nella proposta di Benedetto XVI: allargare la ragione. Ragione non solo matematica e scientifica, ma ratio del bene e del male, della fede. Una ragione così ampia da comprendere tutto. Insomma un vero logos.

E' solo una delle tante letture possibili, ma è una prova della ricchezza e della vivacità del pensiero di Newman che fa nascere riflessione e pensiero. Una ragionevole fede. Quanto lontano sembrano oggi quelle parole del cardinale inglese sulla formazione dei laici: "Voglio un laicato non arrogante, non precipitoso nel parlare, non litigioso, ma fatto di uomini che conoscono la loro religione, che vi entrano dentro, che sanno benissimo dove si trovano, che sanno quello che possiedono e quello che non possiedono, che conoscono la propria fede così bene che sono in grado di spiegarla, che ne conoscono la storia tanto a fondo da poterla difendere."

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Tra i molti sermoni di Newman nel 1832,  all’inizio del Movimento di Oxford parla della  “religione del mondo” di una mondanità spirituale nella quale si possono vedere, le tracce del Maligno.

E tale  “religione del mondo”  è esistita in diverse epoche anche se in forma diverse. dallo gnosticismo al terrore di certi secoli ignorando che “Dio è anche amore”.

Ma nel secolo che lui vive Newman vede il pericolo opposto, cioè solo  “l’annuncio della consolazione, i precetti di reciproco amore. Rimangono così relativamente dimenticati gli aspetti più oscuri e più profondi della condizione e delle prospettive dell’uomo. È la religione naturale in un’epoca civile, e Satana l’ha accortamente ornata e perfezionata fino a farne un idolo della verità”. E ancora “Dio e tutto il mondo del soprannaturale non vengono più ritenuti importanti, il peccato viene banalizzato, la verità relativizzata. In breve: si tratta di una religione fatta dall’uomo che accetta alcuni principi mondani”.

Newman vede la soluzione  in una vera attenzione all’immagine di Dio: “Il timor di Dio è il principio della sapienza, fino a quando non vedrete Dio come un fuoco consumatore, e non vi avvicinerete a Lui con riverenza e con santo timore, per il motivo di essere peccatori, non potrete dire di essere nemmeno in vista della porta stretta” . E dalla conoscenza di Dio segue il riconoscimento della propria peccaminosità e la fiducia nella misericordia di Dio.

Il monito di Newman circa la “religione del mondo”, che adatta il Vangelo allo spirito del tempo e si esprime in un cristianesimo tiepido, superficiale e puramente orizzontale, è terribilmente attuale. Ne parlò Benedetto XVI, nel discorso del 25 settembre 2011 nel Konzerthaus di Freiburg, e  Papa Francesco dice: “Quando camminiamo senza la Croce... quando edifichiamo senza la Croce e quando confessiamo un Cristo senza Croce, non siamo discepoli del Signore: siamo mondani, siamo vescovi, preti, cardinali, papi, ma non discepoli del Signore”.

Da ricordare anche una bella tradizione a Roma nel giorno del compleanno del Beato John Henry Newman: la celebrazione di una Messa nella Cappella dedicata a Newman presso la Congregazione dell’Evangelizzazione dei Popoli. Il Beato Newman era nato il 21 febbraio 1801.

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La cappella è anche parte del percorso del Museo di Propaganda Fide. Newman dopo la conversione al cattolicesimo visse e studiò nel Collegio Urbano allora ospitato nel Palazzo di Propaganda Fide, e qui celebrò la sua prima Messa.