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La denuncia: durante le elezioni in India aumentano le persecuzioni contro i cristiani

Violenza contro i cristiani in India | Una immagine delle violenze contro i cristiani in India | ACS Italia Violenza contro i cristiani in India | Una immagine delle violenze contro i cristiani in India | ACS Italia

"Quello degli attacchi alle minoranze in India è un fenomeno che ha luogo su una scala talmente vasta da far paura". È quanto afferma ad Aiuto alla Chiesa che Soffre il vescovo Theodore Mascarenhas, ausiliare di Ranchi e segretario generale della Conferenza episcopale indiana.

Nel Paese asiatico, l’11 aprile scorso si sono aperte le consultazioni generali che si terranno fino al prossimo 19 maggio.

Il partito nazionalista di Narendra Modi, il Bharatiya Janata Party è alla ricerca di un secondo mandato, possibilità che preoccupa non poco i cristiani e le altre minoranze dal momento che da quando il BJP è al potere le violenze ai danni dei non indù si sono moltiplicate.

L’ultimo grave episodio è l’attacco del 26 marzo scorso a Chinnasalem, nello Stato del Tamil Nadu, dove 200 fondamentalisti indù hanno attaccato una scuola cattolica e aggredito le suore che la gestivano.

"Ho parlato con le religiose nei giorni scorsi – afferma il presule – e hanno riferito che alcuni dei responsabili sono stati arrestati. Ma il problema non sono le reazioni all’attacco, bensì il fatto che simili incidenti possano anche solo verificarsi in una società civilizzata".

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Il vescovo Mascarenhas esprime infatti la propria preoccupazione non soltanto per la presenza di gruppi che promuovono l’odio contro le minoranze, ma per il forte sostegno di cui essi godono.

"Questi gruppi non vengono fermati, né sui social media né nella vita reale". Anzi, "sembrano ricevere privilegi politici, e persino l'autorizzazione da parte della leadership. Ed è questo il problema più grave: anziché fermarli i leader politici li stanno incoraggiando".

Il vescovo Mascarenhas è convinto che l’opera della Chiesa al fianco degli ultimi sia una delle motivazioni dietro gli attacchi. "Come afferma un proverbio locale - spiega - si tirano sassi soltanto all’albero che porta frutti. Ed io ritengo che una delle ragioni per cui i fondamentalisti sono contro di noi sia il nostro lavoro a sostegno dei poveri".

L’aumento delle violenze, non impedisce tuttavia alla Chiesa di portare avanti la propria missione. "Ho chiesto alle suore recentemente attaccate se avessero paura e mi hanno risposto di non essere spaventate e di voler continuare a gestire la loro scuola. E così tutti noi continueremo a servire i più poveri dei poveri. Sappiamo che questo ci causerà gravi difficoltà, che ci porterà persecuzioni, e avversità, ma seguiteremo a fare il nostro lavoro per i poveri, per Dio e per Gesù".