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La furia dell'ISIS devasta chiese e monasteri

Un miliziano ISIS devasta una chiesa in Siria |  | The Middle East Media Research Institute (MEMRI) Un miliziano ISIS devasta una chiesa in Siria | | The Middle East Media Research Institute (MEMRI)

La furia dello Stato Islamico non conosce soste. E’ di pochi giorni fa la notizia della distruzione del monastero cattolico di Mar Elian a Qaryqatayn, vicino a Homs in Siria, risalente al V secolo dopo Cristo.

La notizia è stata confermata dalle milizie dello stesso ISIS che ha “prontamente” diffuso in rete un video che mostra ruspe e bulldozer tra le rovine del monastero. Particolarmente feroce la profanazione della chiesa.

Superiore del monastero era padre Jacques Mourad, scomparso dal maggio scorso, presumibilmente sequestrato dai miliziani del Califfato.

Il complesso di Mar Elian era stato restaurato anni fa dalla comunità guidata dal gesuita Paolo Dall’Oglio, rapito anch’egli in Siria due anni fa e per la cui liberazione Papa Francesco ha più volte lanciato accorati appelli, rimasti purtroppo inascoltati.

In Siria la situazione peggiora dopo giorno: alla guerra civile che infuria dal 2011 per rovesciare il regime del Presidente Assad, sostenuto dalle milizie sciite Hezbollah libanesi, si è aggiunta la presenza dell’ISIS del sedicente califfo Al Bagdadi che ha scatenato una guerra santa contro cristiani e musulmani sciiti ponendo il suo quartier generale a Raqqa, nel nord del Paese.

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Nel marzo scorso miliziani dell’ISIS avevano distrutto chiese ed altri luoghi di culto cristiani nel nord dell’Iraq, a Mosul e a Ninive, abbattendo sistematicamente le croci dai campanili e sostituendole con le bandiere nere islamiche.

Particolarmente “significativa” la distruzione della chiesa della Beata Vergine Maria a Tel Nasri, in Siria: profanata e rasa al suolo il 6 aprile, giorno di Pasqua. Destinata invece a diventare moschea l’antica chiesa siriaca di Sant’Efrem, a Mosul.

Uno scenario questo pagato a caro prezzo dai cristiani siriani ed iracheni. Scacciati, perseguitati e massacrati per la loro fede. E spesso nel silenzio e nell’indifferenza dell’Occidente. “Vediamo ancora oggi – disse infatti alla Via Crucis dell’ultimo Venerdì Santo Papa Francesco – i nostri fratelli perseguitati, decapitati e crocifissi per la loro fede in te, sotto i nostri occhi o spesso con il nostro silenzio complice”.