In ciascuno di noi c’è un desiderio profondo di essere amati e di amare, di non sentirci soli, di essere felici. Gesù ci rivela il vero volto di Dio come Padre ricco di misericordia. Nel suo testamento spirituale prima della sua partenza Egli lascia ai suoi discepoli il comandamento nuovo dell'amore fonte di gioia piena.  Gesù   che si prepara a donare la sua vita  per  la salvezza dell’umanità  chiede di contraccambiare questo amore attraverso una risposta personale che consiste nell'osservanza dei comandamenti. Gesù ci dice: “ Se mi amate osserverete i miei comandamenti”(Gv14,15).Non si tratta di una ingiunzione ma di una proposta piena di delicatezza , che è una sfida alla nostra libertà. L'osservanza dei comandamenti è la prova dell'amore; ma è vero anche che  l'amore è la prova dell'osservanza dei comandamenti. La conseguenza della osservanza del comandamento dell'amore è la gioia e la pace che Gesù dona ai suoi discepoli. Gesù Cristo prima di partire per la casa del Padre ha voluto darci l'assicurazione: «Non vi lascerò orfani»(Gv 14,18). Gesù ribadisce che il suo amore è  desiderio di unirsi a  ciascuno di noi. La presenza di Cristo in  noi non è da conquistare, non è da raggiungere, non è lontana , ma è dentro di noi. Gesù promette di restare al nostro fianco e di mandare lo Spirito Santo. Noi possiamo amare Gesù e osservare i suoi comandamenti se accogliamo nella nostra vita lo Spirito Santo,come colui che ci consola, ci difende e ci incoraggia, ci trasforma interiormente. Scrive san Gregorio Magno: «Quale Artista è questo Spirito! Tutto ciò che vuole avviene senza indugio. Appena tocca la mente, insegna, e il suo solo tocco è già insegnare. Appena illumina l`animo umano, lo cambia; subito gli fa rinnegare ciò che era, subito lo rende ciò che non era»(Gregorio Magno, Hom. 30, 8). Attraverso l'esperienza dello Spirito la nostra esperienza di Dio non è quello di un Dio lontano che provoca paura, ma di un Padre vicino, che manda il suo Figlio per darci la vita e la gioia in abbondanza.

L’amore di Gesù è un amore universale. Da questo deriva che la missione della Chiesa deve essere rivolta a tutti senza distinzione e discriminazione. Nel libro degli Atti degli Apostoli si riferisce che, dopo una prima violenta persecuzione, la comunità cristiana di Gerusalemme, si disperse nelle regioni circostanti e Filippo raggiunse una città della Samaria. Là predicò Cristo risorto, e il suo annuncio fu accompagnato da numerose guarigioni. La conclusione dell'episodio è molto significativa: «E vi fu grande gioia in quella città». Questa espressione nella sua essenzialità ci comunica un senso di speranza!  Ci viene detto che, perché là dove arriva il Vangelo, arriva la gioia vera fiorisce la vita. Gesù è venuto per realizzare il bene,  per donarci la vita in abbondanza, la gioia piena. La sua è anche la nostra missione: essere tutti annunciatori  di speranza, « con dolcezza e rispetto » (I Pt.3,16) e testimoni della gioia del Risorto.