"Talithà kum! Svegliati e alzati, Palermo, sii capitale degli incontri e dei confronti; sii capitale delle mani strette e dei racconti lunghi; sii capitale aperta alle differenze e gioiosa della sua tradizione; sii capitale del mare e della terra, della giustizia e dell’accoglienza. Della bellezza dei monumenti custoditi, delle strade pulite, dalle piazze verdi, del traffico ordinato, dello sport umano e corretto, dell’ecologia e della pace". Lo ha detto ieri sera l'Arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice nel discorso alla città in occasione del Festino di Santa Rosalia, patrona del capoluogo siciliano.

La Chiesa di Palermo - ha aggiunto il prelato - sia "intrepida nella testimonianza, unita nell’amore, mai divisa di fronte alle esigenze del Vangelo, capace di umiltà e di ascolto, ma pronta a gridare per salvare il diritto dell’orfano e della vedova. Rosalia ci insegna che il sogno rimane però puramente velleitario se non c’è da parte di tutti noi responsabilità e corresponsabilità".

Monsignor Lorefice ha poi denunciato i "campi di concentramento libici" in cui "continuano la loro sistematica distruzione nazista dell’umano con la nostra colpevole complicità, dei popoli dell’Africa e del Sud del pianeta martoriati dallo sfruttamento dell’Occidente, ridotti allo stremo e alla morte, lo sgomento davanti a tutti i corpi viventi che finiscono la loro avventura nel non senso, nell’abisso del nulla".