“Giovanni XXIII si presentava quel 25 gennaio 1959 davanti ai cardinali, ma direi dinanzi al mondo, dismettendo implicitamente i panni del monarca assoluto, ricordando a tutti la natura sinodale della Chiesa. Il Papa, in quella domenica, diceva con arguta semplicità ciò che i cristiani dei primi secoli sapevano bene: i grandi problemi si risolvono assieme, solo il dialogo aiuta, fa capire e aprire le strade da percorrere insieme, porta avanti, fa cogliere quello che ci unisce”. Così Monsignor Corrado Lorefice, Arcivescovo di Palermo, nel discorso di apertura dell’Assemblea pastorale diocesana pronunciato lo scorso 25 gennaio.

La Chiesa - ha ricordato - non è una fucina di protagonismi individuali, di narcisismi sterili, né un’arena di competizione e antagonismo, di schieramenti opposti, ma è il luogo della compagnia, della ricerca comune e del dialogo sincero”.

Citando ancora Giovanni XXIII, Monsignor Lorefice ha aggiunto che la “Chiesa è chiamata a dialogare e a cambiare, ad aggiornarsi, in quanto coglie e capisce i segni dei tempi: le promesse e le opportunità, i rischi e le difficoltà. Noi cristiani non stiamo davanti al mondo come giudici distaccati, ma siamo nel mondo come compagni di via, che cercano di tendere l’orecchio ai poveri e di capire la speranza e il disagio di tutti, stando accanto a tutti. Per questo la Chiesa è operatrice di pace: perché la Chiesa non ha nemici, da autentica discepola del suo Signore che ha abbattuto nella sua carne il muro di separazione tra i popoli, il muro dell’inimicizia e della guerra”.

“La sinodalità, l’ecumenismo, i segni dei tempi, l’aggiornamento, la sostanza viva del Vangelo, la misericordia, la Chiesa povera e dei poveri, la pace nel mondo - ha detto ancora l’Arcivescovo di Palermo - sono questi i temi già presenti in nuce nell’allocuzione di quel 25 gennaio e che diventeranno l’architrave del magistero di Giovanni XXIII e soprattutto costituiranno il nucleo più rilevante dei testi conciliari. Oggi, questi temi sono al centro del pontificato di Papa Francesco, che ha voluto fare del confronto sinodale, dell’attenzione alle periferie, dell’aggiornamento della Chiesa, della misericordia, della povertà e della pace i fondamenti di un modo di annunciare l’Evangelo che prosegue lo spirito di Papa Roncalli e l’ispirazione intima del Vaticano II”.