Mercoledì santo la stazione queresimale si ferma a Santa Maria maggiore alle 17.30. Basilica amatissima dai romani, legata alla tradizione del presepe e da poco arricchita di un nuovo ambone e di una sede, ha tante storie da raccontare.

Come scrive Armellini. "La grande basilica di Liberio nel volgere dei secoli fu testimone di due tragici avvenimenti, il primo poco dopo la sua edificazione, allora entro le sue porte accadde la strage dei seguaci di Ursicino; il secondo è meno antico, quando cioè nel Natale del 1075 il grandissimo dei papi s. Gregorio VII fu violentemente strappato dall'altare da Cencio e dai suoi congiurati. Colà poco dipoi fu il papa santo ricondotto in trionfo dal popolo, e ripigliò a dire la messa interrotta. Meraviglioso coraggio e fortezza che rivela non solo la grandezza di quell'animo, ma la fortezza e l'indole del papato!".

Attorno alla basilica sorgevano anche quattro monasteri: "l'uno detto Ex aiulo, il secondo in Vespani, il terzo Massa Iuliana, il quarto ad duo furna, ossia il 1o ss. Andrea e Stefano, il 2o santi Cosma e Damiano, il 3o s. Andrea, il 4o ss. Lorenzo, Adriano, Prassede e Agnese. I due primi stavano fra s. Maria Maggiore e il castello dell'acqua alessandrina. Nel secolo XIV quello dei ss. Andrea e Stefano, convertito in ospedale, diceasi in aggere o in superagio, nome che ricordava corrottamente l'antico agger di Servio presso al quale era appunto quell'edifizio. Quello dei ss. Cosma e Damiano aveva mutato nome in s. Luca, l'altro detto in Massa Iuliana era presso la villa di Mecenate: infine il nome Vespani si riferiva forse a Vipsano Agrippa. Il terzo monastero fu occupato dal chiostro di s. Antonio, il quarto da quello di santa Prassede".