“Il presente e il futuro delle città: verso un nuovo umanesimo?” è stato il tema dell’annuale appuntamento culturale è promosso dalla Presidenza nazionale dell’Azione Cattolica Italiana e dall’Istituto “Vittorio Bachelet” per lo studio dei problemi sociali e politici. “Le nostre città sembrano oggi un ospedale da campo”, con molti “nodi problematici”, spiegano dall’Ac, presentando il XXXV Convegno Bachelet,  dedicato “all’amato presidente” nazionale di Ac, ucciso dalle Brigate Rosse il 12 febbraio 1980.

Se la nostra città, spiegano dall’Azione Cattolica, è “la forma della convivenza contemporanea, dall’altro è in essa che si trovano anche tutti i limiti delle nostre capacità sociali. Le città sono il luogo di scontri e lotte, sono i luoghi in cui la conflittualità emerge o opera nascostamente, ma plasma in questo modo la vita cittadina, sono il luogo della spersonalizzazione, della massificazione, della perdita dell’irripetibilità personale, sono il luogo in cui sperimentiamo l’impossibilità di relazioni”.

Inoltre, “per molti aspetti sembra che i modelli di sviluppo delle città siano fallimentari non solo dal punto di vista amministrativo, ma anche urbanistico, e non è raro accorgersi che progetti urbanistici utopistici si siano poi realizzati come vere e proprie distopie, come luoghi del degrado. Senza contare i fenomeni, purtroppo non rari, della corruzione e del malaffare che – specie in Italia – coinvolgono le amministrazioni civiche”.

Il simposio si è tenuto a Roma presso la Domus Mariae il 6 e 7 febbraio scorsi, e si è aperto con i saluti di Matteo Truffelli, presidente nazionale dell’Ac. Tra i temi trattati: “Ripensare il modello di sviluppo urbano e “La sfida della ri-generazione di relazioni capaci di produrre valore e legami”. Mons. Mansueto Bianchi, assistente ecclesiastico generale, ha celebrato una messa in ricordo dello statista barbaramente assassinato. Il convegno si è concluso con la consegna dei premi per le tesi di laurea dedicate proprio al prof. Bachelet.