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Letture, Last Christmas. Le storie delle più famose canzoni di Natale

Come ci si commuove rileggendo l'origine delle più amate melodie natalizie

La copertina del libro  |  | Editrice Ancora La copertina del libro | | Editrice Ancora

Dall’Inghilterra di fine Seicento agli States degli anni Cinquanta, dalle chiese illuminate da luci e candele alle strade solitarie piene di ombre e tristezza, nei Natali di trecento anni fa e in quello che arriva oggi, un filo dorato e vibrante ha unito questa festa che non è  semplicemente vacanza, regali, cenoni, finta allegria e frenesia a tratti isterica. E che invece è sempre più questo, questo forzato dilagare di rumori e frenesia.

Il filo dorato sono le decine e decine di canzoni e musiche, la vera colonna sonora del Natale. Canzoni diventati  classici, che in qualche modo fanno parte di noi, della nostra infanzia e della nostra stessa vita. Le ascolteremo anche in questi giorni e come sempre, nonostante la ripetitività e anche la banalizzazione, ci commuoveranno e ci riporteranno indietro, nelle regioni più nascoste del nostro animo.  Allora ci sembra più che appropriato leggere e regalare un libro fresco di stampa, del giornalista e scrittore Enzo Romeo, dal titolo "Last Christmas. Le storie delle più famose canzoni di Natale", edito da Ancora. E la cosa interessante è che la storia delle più famose canzoni di Natale sono raccontate insieme alla vita dei loro autori: Isaac Watts - Joy to the World; John Wade - Adeste Fideles; Alfonso de' Liguori - Tu scendi dalle stelle; Joseph Mohr - Stille Nacht; Placide Cappeau - Minuit, Chrétiens; James Pierpont - Jingle Bells; Irving Berlin - White Christmas; José Feliciano - Feliz Navidad; John Lennon - Happy Xmas (War Is Over); George Michael - Last Christmas.

"Nel leggere questo libro ho fatto un salto indietro nel tempo", scrive Al Bano Carrisi in una prefazione al libro."Il Natale e la sua musica sono emersi dalla mia infanzia. E sono come immagini che sospirano, che sussurrano. Mi chiamano e chiedono che io mi fermi, che prenda una pausa e lasci che quelle atmosfera lontane tornino e mi avvolgano". Le regioni più nascoste del cuore in cui si torna a correre e a gioire, mentre quella musica torna a risuonare in noi e attorno a noi.

Ma come sono nati questi brani? "Enzo Romeo da dietro le quinte ci illumina sulla loro genesi donandoci un’opera coinvolgente e di grande fascino. Una lettura scorrevole che è frutto di una meticolosa ricerca sui singoli autori. Pagine che mi hanno rivelato molti aspetti legati a questi personaggi che mi erano ignoti", scrive Juri Camisasca in un altro intervento pubblicato nel libro.

Ed è proprio così.

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Ogni canzone ha una storia imprevedibile e romanzesca. Stille Nacht, Astro del Ciel in italiano, è certamente uno dei canti natalizi più famosi al mondo, da oltre duecento anni. Di origine austriaca, è stato tradotto o adattato in più di 300 lingue e dialetti e nel 2011 è stato inserito dall’Unesco nella lista del Patrimonio culturale immateriale dell’umanità. Ma chi ne conosce davvero la storia? Ecco allora che Enzo Romeo la racconta “in presa diretta”, si potrebbe dire. Introducendo il lettore in quella notte del 24 dicembre 1818 mentre si celebra la messa di Natale a Oberndorf bei Salzburg, un piccolo villaggio a circa 20 chilometri da Salisburgo. E ci fa conoscere Joseph Mohr, giovane sacerdote che aveva scritto una poesia triste e tuttavia colma di speranza, due anni prima, appena passato il turbine delle guerre napoleoniche che aveva trasformato l’Europa in un campo di battaglia e lasciato paesi e popoli distrutti,  disorientati, alle prese con la distruzione e le mille ferite che lasciano le guerre.


Il paese di Mariapfarr im Lungau, dove nel 1816 Mohr presta servizio come cappellano, già stremato dalle guerre, soffre pesantissime ripercussioni economiche in seguito all’imposizione della nuova frontiera con la Baviera. E le parole di Stille Nacht esprimono il desiderio inesausto della pace e infondono speranza. La musica viene invece composta da  Franz Xaver Gruber, nato nel 1787 sempre in Austria, maestro di scuola elementare con una travolgente passione per la musica. Gruber riceve da Joseph Mohr, allora assistente parrocchiale della nuova chiesa di Sankt Nikolaus ad Oberndorf il testo della sua poesia di due anni prima, con la preghiera  di comporre una melodia adatta ad essere cantata da due voci soliste insieme a  coro e chitarra. Nasce Stille Nacht, che piace moltissimo alla gente. E il suo destino non si ferma certo nelle terre salisburghesi, ma attraverso il Tirolo, forse grazie ad un riparatore di organi, Stille Nacht si è fatta strada rapidamente verso la Germania, l’Inghilterra, poi oltreoceano, fino a New York e ancora più in la’. E tutti la cantano, ignorandone le ragioni, il dolore e la speranza che porta in se’. E i commoventi versi scritti da sant’Alfonso de Liguori nella sua Napoli settecentesca, piena di fame, miseria e splendore, e in cui era facile, per lui, uomo di chiesa e amante della sua gente, immaginare il Bambinello che trema al freddo e al gelo, che sceglie la povertà e la fragilità per amare questa umanità, soprattutto quando è ferita e dimenticata. Il vero Natale da celebrare.

Enzo Romeo, Last Christmas, Ancora editore, pp.160, euro 17