“Per definire in modo completo ed esauriente quella che è la confraternita - spiega ancora Antonetti - possono essere utilizzate quattro parole: culto, carità, catechesi e cultura. La costruzione e il mantenimento dei luoghi di culto, l’assistenza materiale ai poveri, i corsi di formazione dei membri, e la tutela del patrimonio artistico, sono alcune delle tante attività tipiche delle confraternite”.
Antonetti sottolinea che “il confratello è una persona qualunque”, senza limiti di categoria sociale, con la preghiera che è “il vero collante delle confraternite”.
Alcune confraternite chiedono ancora il noviziato, “un periodo durante il quale si fa formazione e si vive la realtà confratellare”, mentre in altre “è sufficiente dimostrare di essere un buon cattolico. In ogni caso, a coloro che entrano a far parte di una confraternita è chiesto di aderire allo statuto, quasi una regola che ne definisce identità e missione. Essere confratelli significa prima di tutto mostrare obbedienza allo statuto, approvato dal vescovo locale, perché fornisce il mandato alla confraternita”.
Antonetti sottolinea di “credere molto in questa idea del Forum, di un luogo di incontro, di condivisione e di confronto sul nostro contributo all’idea di unione del continente europeo. Mi piace l’idea di farne parte, di poter, grazie ad esso, condividere insieme ad altri il mio essere cittadino di una nazione, di un continente da fedele cristiano. Mi piacerebbe poter trasmettere questo desiderio di comunione tra le confraternite anche fuori dell’Europa: in America del sud, per esempio, dove le confraternite sono numerose. Il senso del nostro cammino infatti non è solo un ‘passeggiare’, è un cammino che ci conduce, tutti insieme, incontro al Signore”.
La sfida per le confraternite in Europa, prosegue Antonetti, è “soprattutto quella di far capire che anche dalla tradizione vengono rafforzate le radici del cristiano in Europa”.
Aggiunge Antonetti: “In passato il confratello professava la religione cattolica, spiegandola attraverso le sue forme più semplici, ed esisteva una forte capacità di aiutarsi nella carità, vera e propria espressione del nostro essere cristiani. La nostra carità infatti non nasce solo per essere di aiuto al confratello, ma deve passare anche attraverso la figura di Cristo. Questo in Europa è esistito per tanti secoli, tant’è che vediamo che ancora oggi esistono le confraternite, che possono essere ancora testimoni di questa realtà, facendo sì che il cristianesimo rimanga ancora vivo, in una forma che gli consenta di proseguire, attualizzandosi”.
Negli ultimi vent’anni, le confraternite hanno cercato di far crescere il senso di appartenenza, e – spiega Antonetti – “il percorso italiano è un po’ paradigmatico di quello che potrebbe avvenire in Europa. Non a caso abbiamo voluto creare questo legame, che già in passato avevamo tentato di attuare, e oggi questo sembra ancora più possibile anche grazie alla Confraternita di San Carlo Borromeo”.
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