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Linguaggi pontifici, la Casa Pontificia

La Prefettura della Casa Pontificia è a capo della famiglia pontificia. Ecco quali sono i membri della famiglia pontificia

Addetti di Anticamera, Casa Pontificia | Alcuni addetti di anticamera di Sua Santità | FB Giuseppe Tedeschi Addetti di Anticamera, Casa Pontificia | Alcuni addetti di anticamera di Sua Santità | FB Giuseppe Tedeschi

La Prefettura della Casa Pontificia coordina e dirige una serie di realtà che sono parte della famiglia del Papa. La Anticamera Privata o Segreta, l’Anticamera Pontificia, l’ufficio del Teologo della casa Pontificia, gli ascensoristi di Palazzo, la Banda Musicale Pontificia. Ma cosa sono queste realtà? Le spiega ad ACI Stampa monsignor Stefano Sanchirico, già prelato di Anticamera di Sua Santità, esperto di cerimoniale.

“L’anticamera privata o segreta – racconta monsignor Sanchirico – è quella più vicina al Papa. Prima della riforma paolina, era composta, oltre che dall’Elemosiniere, dal sacrista e dai responsabili delle Segreterie Palatine, dal coppiere, dal segretario d’ambasciate, dal guardarobiere e da un quarto cubicolario senza ufficio specifico”.

La riforma paolina cui si riferisce il monsignor è la riforma di Paolo VI, che ristrutturò la Casa Pontificia con la Pontificalis Domus del 1968. Paolo VI non abolì titoli e incarichi, ma piuttosto aggiornò i vecchi incarichi, dando una forma più moderna e in linea con il Concilio Vaticano II alla struttura della Casa Pontificia.

Tutti i membri dell’anticamera segreta erano nominati camerieri segreti partecipanti ecclesiastici. Facevano parte dell’anticamera anche vari dignitari laici. In generale camerieri di spada e cappa, divisi nelle classi di numerari, soprannumerari e ordinari. “L’anticamera era poi completata – continua monsignor Sanchirico – dal personale di servizio laico subalterno: aiutanti di camera e scopatori segreti, questi ultimi denominati successivamente domestici pontifici”.

La riforma di Paolo VI “ridurrà a due il numero dei camerieri segreti partecipanti ecclesiastici, denominandoli prelati di anticamera, e riunirà i dignitari laici di questa anticamera nell’unica categoria dei Gentiluomini di Sua Santità, di cui faranno parte dal 1970 anche i membri della disciolta Guardia Nobile e gli officiali superiori della guardia palatina d’onore”, spiega monsignor Sanchirico.

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L’Anticamera Pontificia è invece “la prima delle due anticamere che si incontrano nell’appartamento pontificio”. Detta anche sala pontificia, dice monsignor Sanchirico, l’Anticamera Pontificia è composta “da un decano, un sotto decano e dai sediari pontifici, il cui nome si riferisce ad uno dei compiti di questi dignitari che era quello di portare il Papa in sedia gestatoria”.

Monsignor Sanchirico ricorda che i sediari “fino all’inizio del XX secolo si dividevano in due classi, quella dei parafrenieri e dei sediari, poi unificate nella classe unica dei sediari pontifici”. L’Anticamera Pontificia include anche gli Addetti di Anticamera di Sua Santità, collegio in cui sono confluiti anche gli antichi Bussolanti e Mazzieri.

L’ufficio del Teologo della Casa Pontificia è l’erede del Maestro del Sacro Palazzo Apostolico. Fu San Domenico di Guzman, fondatore dei domenicani, ad osservare con Papa Onorio III che i prelati e i funzionari della Santa Sede trascorrevano molto tempo nelle anticamere nell’attesa di essere ricevuti dal Papa. Per questo, San Domenico consigliò il Papa di incaricare qualcuno che impartisse loro degli insegnamenti religiosi. Onorio III accolse il suggerimento, e nominò come Maestro del Sacro Palazzo lo stesso San Domenica. Da allora, l’ufficio viene esercitato a vita. Il teologo è sempre un domenicano.

C’è quindi la Banda Musicale Pontificia, che è erede della banda della Guardia palatina d’Onore. Quando fu costituita, nel 1850, la Guardia non ebbe subito una banda musicale, ma disponeva solo di due compagnie di tamburi. Fu solo nel 1859 che alla Palatina venne concesso il privilegio della banda musicale, oltre al titolo “d’onore”, come si può leggere nell’ordine del giorno del 12 settembre 1859, firmato dal Comandante Marchese Giuseppe Guglielmi.

Poi, dal 1870 alla fine della Prima Guerra Mondiale, la Guardia non ebbe più banda. Il primo concerto della nuova banda ebbe luogo il 3 aprile 1921, e da lì in poi la banda è stata presente in ogni evento importante della vita dello Stato di Città del Vaticano. Una storia gloriosa, con picchi di eccellenza riconosciuti anche dal presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy, il quale, in visita ufficiale da Paolo VI il 2 luglio 1963, Kennedy fece avere le sue particolari congratulazioni alla banda della Guardia Palatina per l’esecuzione dell’inno statunitense. Quando Paolo VI sciolse la Guardia Palatina d’Onore, la banda musicale proseguì le sue attività con il suo organico al completo, cambiando nome in Banda Musicale Pontificia. Ma anche le divise non rappresentano una rottura con la tradizione. Semmai, ne sono una evoluzione, una sorta di vecchia divisa della Guardia Palatina semplificata, senza pennacchio.

 

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(9 – continua)