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Linguaggi pontifici, la visita di Stato

Come si struttura una visita di Stato? E quali sono le caratteristiche della visita?

Visita di Stato di Mattarella | Lo scambio di discorsi nell'ultima visita di Stato in Vaticano, quella del presidente Mattarella nell'aprile del 2015. A sx, l'arcivescovo Georg Gaenswein, prefetto della Casa Pontificia. A dx, notare l'Elemosiniere, l'allora arcivescovo Konrad Krajewski | Quirinale Visita di Stato di Mattarella | Lo scambio di discorsi nell'ultima visita di Stato in Vaticano, quella del presidente Mattarella nell'aprile del 2015. A sx, l'arcivescovo Georg Gaenswein, prefetto della Casa Pontificia. A dx, notare l'Elemosiniere, l'allora arcivescovo Konrad Krajewski | Quirinale

Il cerimoniale vaticano è fatto di “cose apparentemente poco visibili, ma sostanziali”, secondo monsignor Stefano Sanchirico, già prelato della Prefettura della Casa Pontificia, che sta dipanando con ACI Stampa il senso e il significato del linguaggio pontificio. Il cerimoniale, in particolare, è una parte fondamentale di questo linguaggio: racconta come la Santa Sede si vuole mostrare al mondo, quale è il messaggio che si vuole dare. Perché – e in pochi lo considerano – c’è sempre un messaggio religioso, nelle visite solenni. E il Papa non riceve i capi di Stato con funzionari, ma con dei dignitari e dei suoi famigliari.

Per questo, è la Prefettura della Casa Pontificia a prendersi cura del cerimoniale delle visite.

Il Papa riceve capi di Stato, capi di governo o, in casi eccezionali, ministri degli Esteri. Ma il Papa riceve in maniera ufficiale e solenne solo capi di Stato, capi di governo e ambasciatori nella presentazione delle lettere credenziali. La visita di Stato è la forma più solenne di visita, destinata solo a presidenti e monarchi.

Ha tutte le caratteristiche di una visita di Stato, con la bandiera, l’esecuzione dell’inno da parte della Banda Pontificia, ma oggi è diventata molto rara.

L’ultima visita di Stato in Vaticano è stata quella del presidente Sergio Mattarella il 18 aprile 2015. In quella circostanza il protocollo si adattò, consentendo al presidente di portare con sé la figlia e i nipotini – i famigliari non sono in genere previsti nella visita di Stato.

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Come funziona la visita di Stato? Monsignor Sanchirico spiega: “La visita di Stato inizia da piazza San Pietro, dove un primo drappello della Guardia Svizzera saluta l’ospite, e poi lo accompagna all’interno del Vaticano. Il corteo entra dall’Arco delle Campane, gira dietro la Basilica di San Pietro, ed arriva al Cortile di San Damaso. Lì, trova la fontana dell’Algardi, e uno dei simboli che sempre si trova nel Palazzo Apostolico, che è il Battesimo di Costantino”.

Nel Cortile San Damaso, il presidente trova schierati il doppio drappello della Guardia Svizzera in uniforme di Gran Gala, i Gentiluomini di Sua Santità con il Prefetto della Casa Pontificia e il Consigliere Generale dello Stato, e il comandante della Guardia Svizzera. Sul pennone viene innalzata la bandiera dell’ospite.

A questo punto, il prefetto della Casa Pontificia presenta l’ospite ai suddetti dignitari e ai Gentiluomini di Sua Santità, terminate le presentazioni si ascoltano le note dell’inno del Paese dell’ospite, e quindi questi viene fatto accomodare in un salotto accanto agli ascensori.

“Oggi – spiega monsignor Sanchirico – le delegazioni salgono in ascensore, ma prima arrivavano in seconda loggia attraverso la Scala Papale. L’uso dell’ascensore cominciò quando, durante una visita, la Regina Fabiola del Belgio, incinta, fu risparmiata delle scale”.

Ogni membro della delegazione dell’ospite è assegnato a un Gentiluomo di Sua Santità. Arrivati in seconda loggia, si forma il corteo, preceduto dal comandante del drappello della Guardia Svizzera, che è un sergente maggiore. Quindi, seguono i Sediari pontifici, che nella visita di Stato sono nel plenum e sono otto. “Quando si tratta di una udienza – spiega monsignor Sanchirico – ci sono sei sediari, mentre sono quattro nell’udienza ai capi di governi”.

Dopo i sediari, c’è il decano di sala, e poi gli addetti di anticamera chiusi dal loro decano. Quindi, c’è un quadrato di otto guardie, al centro del quale c’è l’ospite con alla sua destra il Prefetto della Casa Pontificia, quindi la consorte del Capo di stato, e il comandante della Guardia Svizzera. Fuori dal quadrato, iniziano i dignitari del seguito del Capo di Stato, accompagnati da un gentiluomo.

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Racconta monsignor Sanchirico: “Il corteo arriva fino alla Sala Clementina, dove si trova una sezione della Guardia Svizzera che rende gli onori. Nella visita di Stato, la delegazione viene accolta dal capo laico della Famiglia Pontificia, il Principe Assistente al Soglio. Questi prende il posto del dignitario che accompagna il presidente, il quale scala vicino alla consorte della presidente”.

Il corteo è preceduto dal comandante del drappello della Guardia Svizzera che è un sergente maggiore, i sediari pontifici che sono nel plenum e sono 8, mentre sono sei nell’udienza, e quattro nell’udienza ai capi di governi, c’è il decano di sala, e poi gli addetti di anticamera chiusi dal loro decano e poi inizia in un quadrato composto da otto guardie nella visita di Stato – presidente, con alla sua destra il prefetto della Casa Pontificia, la consorte del capo di Stato e poi ci sarà il comandante della Guardia Svizzera e fuori dal quadrato iniziano i dignitari del seguito del Capo di Stato, accompagnati dal Gentiluomo.

Al corteo si inserisce anche l’Elemosiniere di Sua Santità. L’Elemosiniere, infatti, è parte della Famiglia Pontificia. “Formalmente – rimarca monsignor Sanchirico - l’Elemosiniere è prelato di anticamera, membro della Camera segreta partecipante”. Questo perché “l’Elemosiniere era una realtà della carità che emanava direttamente dal Papa, non aveva caratteristica universale”.

Torniamo al corteo. Il percorso prevede che il corteo passi dalla Sala dei Sediari, la Sala di Sant’Ambrogio dove c’è un passetto che conduce direttamente alla Biblioteca del Papa, quindi alla Sala dei Papi, e alla Sala della Cappella Urbano VIII. Passo dopo passo, il corteo si assottiglia, perché l’ospite si troverà da solo con il Papa. Prima lasciano i sediari, quindi gli addetti di anticamera, quindi i membri dell’anticamera privata o segreta, e infine il seguito con gentiluomini nella sala d’angolo, detta anche sala degli ambasciatori e la consorte, che attende nella cosiddetta Sala della Consorte, cui viene ammessa anche la famiglia in alcuni casi. I monarchi invece sono accolti dal Papa come coppia.

Arrivati alla Sala del Tronetto, il Papa esce dalla Biblioteca privata, e incontra il capo di Stato al centro, e poi lo conduce in Biblioteca, dove il colloquio avviene sulla scrivania papale, con due sedie uguale. Durante l’incontro privato, i prelati di anticamera vanno a salutare gli altri ospiti.

Alla fine dell’incontro, si aprono le porte. Prima viene introdotta la moglie, quindi il seguito, che viene presentato al Papa e prende posto secondo l’ordine protocollare. C’è, nella visita di Stato, uno scambio di discorsi, e quindi una foto di gruppo e il congedo. Riprende così il corteo, che si ricostituisce passo dopo passo nel percorso, e dopo il congedo dal principe assitente al soglio e dall’elemosiniere in sala Clementina, scende dalla Scala Papale verso la Prima loggia, dove c’è il colloquio con il Segretario di Stato.

Quindi, dopo il bilaterale, il corteo riprende fino alla Sala Regia, dove l’ospite incontra il Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede.

Comincia poi la parte religiosa. Perché, se il capo di Stato è cattolico, dopo aver incontrato il Vicario di Cristo in terra, allora va nella Basilica a rendere omaggio alla tomba del principe degli apostoli, ma – spiega monsignor Sanchirico – compie anche un atto di devozione di fronte alla Madonna Gregoriana e al Santissimo”.

L’ospite si incontra poi con il Capitolo di San Pietro, e avviene il commiato, con la banda che esegue l’inno pontificio, mentre il congedo dei dignitari avviene al ventaglio.

 

(5 – continua)