Nicolas Maduro erede designato da Hugo Chavez alla guida del Venezuela doveva giungere in Vaticano ieri. Visita annullata, per “motivi di salute”. Probabilmente un influenza per il leader della Repubblica Bolivariana del Venezuela, che si è scusato con la Santa Sede per la mancata visita.

Nel Paese sud americano, tuttavia, è ancora alta la tensione e prosegue lo sciopero della fame iniziato il 23 maggio in carcere dai due leader dell'opposizione Leopoldo Lopez e Daniel Ceballos, insieme ad altri prigionieri politici, mentre il 30 maggio migliaia di venezuelani hanno manifestato in diverse città del Paese per la loro liberazione.

Protesta giunta anche in Vaticano, con alcuni attivisti in sit-in vicino la Sala Stampa della Santa Sede. Secondo i dissidenti quella del presidente venezuelano è stata un’”influenza diplomatica”. Sempre secondo i manifestanti, nel Paese non sono ancora rispettati i diritti umani e le libertà fondamentali, la povertà e la mancanza di cibo stanno creando un grande problema sociale.

In questo clima l’arcivescovo di Caracas, card. Jorge Urosa Savino, rinnova l’appello al dialogo tra il governo e l’opposizione. Sul blog cattolico “Guardiàn Catolico”, il porporato si dice preoccupato dal fatto che gli oppositori politici abbiano dovuto ricorrere a questo gesto estremo per essere ascoltati. “Penso che questo sia un segno che la situazione politica del Paese non è migliorata negli ultimi mesi”, ha detto il porporato.