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Maria visse ad Efeso, la sua casa lo testimonia e un libro lo racconta

Scoperta grazie alle rivelazioni a Anna Katarina Emmerich, la casa di Maria è visitata da oltre un milione e mezzo di persone l’anno. E un libro ne racconta la storia

Beata Emmerick - Casa di Maria ad Efeso | Beata Emmerick - Casa di Maria ad Efeso | Public Domain Beata Emmerick - Casa di Maria ad Efeso | Beata Emmerick - Casa di Maria ad Efeso | Public Domain

Dopo la crocifissione di Gesù, Giovanni prese Maria con sé e la portò ad Efeso, vicino l’attuale Smirne. E lì c’è la casa dove Maria visse, scoperta grazie alla visioni di Anna Katarina Emmerich e sito visitatissimo (almeno prima del coronavirus), specialmente l’1 maggio e il 15 agosto. A ripercorrere la storia della casa della Vergine, ci sta pensando Rinaldo Marmara, portavoce della Conferenza Episcopale di Turchia.

Marmara sta conducendo i suoi studi sotto gli auspici dell’Associazione Meryem Ana, presieduta da Noel Michaleff. Ed è parte di un lavoro più ampio di rivalutazione della storia e della presenza cattolica in Turchia, secondo un modello di dialogo culturale che il professor Marmara ha portato avanti nel corso degli anni. Fu lui, proprio attraverso un libro presentato a Papa Francesco, a cominciare l’epoca del disgelo tra Santa Sede e Turchia dopo che il Papa aveva fatto riferimento diretto al genocidio degli armeni, un disgelo che permise il viaggio del Papa in Armenia senza intoppi diplomatici.

La casa della Vergine ad Efeso si trova sul monte Bülbül, a circa sette chilometri da Selczuk. Fu lì che Maria e Giovanni si rifugiarono dopo la crocifissione, e Giovanni costruì una casa dove visse con la Madre di Gesù. La leggenda vuole che fu in questa casa che l’apostolo Giovanni scrisse il suo Vangelo. Ed è a Selcuk, nella basilica di San Giovanni, che si trova la tomba dell’apostolo. Lì, la Vergine Maria avrebbe vissuto fino all’età di 101 anni.

Nessuno, però, sapeva nulla della casa di Maria, fino alle visioni di Anna Katharina Emmerich (1774 – 1824). Questa, non era mai stata ad Efeso, ma seppe attraverso una visione che la casa della Vergine Maria è nella montagna dietro Efeso, città “con il mare e acqua fresca di sorgente”. La storia di AnnaKatharina Emmerich attira il poeta tedesco Clemens Brentano, si trasferisce in una zona vicino alla sua casa, e – dopo la sua morte – raccoglie le sue visioni in un libro, scrivendo “La Vita della Vergine Maria”.

Il libro ha grande attenzione nel mondo cristiano, e dalla Santa Sede parte l’ordine, nel 1881, di cercare la casa della Vergine Maria. Nel 1891, il sacerdote lazzarista Eugene Poulin, direttore del Collegio francese di Smirne ed esperto conoscitore dell’ebraico, organizza un viaggio. Non può parteciparvi, ma manda un piccolo gruppo di quattro persone. Questi, il 27 luglio 1891, partono agli ordini di Poulin, usano il libro come guida, e lì vengono indirizzati verso un monastero, dove c’è una casa in rovina. Era come lo aveva descritto la Emmerich: la casa in rovina, la montagna dietro la casa, il mare di fronte a loro.

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Il 20 maggio 1896 si celebra la prima Messa nella Casa della Vergine Maria. Partecipano 600 persone. Proclamata luogo di pellegrinaggio della Santa Sede, i lavori di restauro iniziano nel 1951. Si arriva alla casa passando attraverso un viale costellato da olivi su entrambi i lati, piantati nel 1898 dai monaci lazzaristi, mentre la stanza di Maria è proprio come descritta dalla Emmerich.

Nella casa della Vergine Maria si trova anche un dipinto che raffigura il volto di Maria, eseguito dal pittore russo Ratislas Roukine, e sono stati anche dipinti i versi del Corano che menzionano Maria, e che sono lì per volontà del governatore di Smirne, realizzati trai il 1985 e il 1986.