“Crediamo sia importante riflettere su cosa significhi il discernimento nella nostra comunità ecclesiale”, dicono dal Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale, “sia per far progredire la nostra capacità di leggere i 'segni dei tempi' dentro il mondo della cultura e delle professioni, sia in previsione del prossimo Convegno ecclesiale di Firenze, verso il quale la Settimana teologica si indirizza”. Discernimento e progresso, per una corretta lettura dell’oggi da offrire come contributo alla prossima assise alla Chiesa italiana.  

E’ cominciata con queste prospettiva la consueta settimana teologica del Meic. A Camaldoli, quest’anno, si sta riflettendo sul tema: "Il cuore intelligente e la sapienza del discernimento”. Da ieri sera e fino a venerdì 28 agosto circa cento tra soci e simpatizzanti dell'associazione provenienti da tutta Italia rifletteranno e ascolteranno la testimonianza di importanti relatori.

L'apertura è stata affidata a Paolo Benanti, teologo morale esperto di biotecnologie. Nei giorni seguenti, le relazioni di Riccardo Saccenti, ricercatore presso la Fondazione per le scienze religiose "Giovanni XXIII" di Bologna, del biblista Michele Marcato, del magistrato Vito D'Ambrosio, ex presidente della Regione Marche e attualmente vicepresidente del Meic, e di Emanuele Bordello, del Monastero di Camaldoli.

"Il discernimento indica la capacità di vedere, tra diverse possibilità, quella che effettivamente corrisponde al raggiungimento del proprio fine", spiega il presidente nazionale del MEIC Beppe Elia, "ma in termini cristiani è il dono dello Spirito che porta a riconoscere la verità di Cristo, così da fare la volontà del Padre".

Per Elia "tanto nel campo ecclesiale quanto in quello civile e politico, il discernimento va fatto dialogando con il mondo in cui viviamo. Il Meic vuole vivere questo compito con responsabilità, nella logica della comunione, impegnandosi cercare le vie per annunciare e vivere il Vangelo nella cultura in cui siamo immersi".