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Messaggio vaticano per la festa di Vesakh: cristiani e buddisti uniti per la non violenza

Il Papa incontra un gruppo di monaci buddisti |  | Osservatore Romano / Aci group Il Papa incontra un gruppo di monaci buddisti | | Osservatore Romano / Aci group

Come ogni anno per la festa buddista di Vesakh è stato pubblicato un messaggio del Pontifico Consiglio del Dialogo interreligioso a firma del cardinale Tauran.

“La religione è in prima pagina nel nostro mondo, benché talvolta in modi contrapposti” -  si legge nel testo - e anche se “si fa strada la cooperazione religiosa globale”  purtroppo “si assiste anche alla politicizzazione della religione; c’è una consapevolezza della povertà endemica e della fame nel mondo, eppure continua la deplorevole corsa agli armamenti”.

Il messaggio rimette al centro il tema della non violenza, annunciata da Gesù Cristo, ma predicata anche dal Buddha. “Egli- recita il messaggio - insegnò pure che «la vittoria genera l' inimicizia; gli sconfitti restano nel dolore. Vivono in pace i pacifici, scardinando sia la vittoria che la sconfitta»”.

E ancora: “Pur riconoscendo l'unicità delle nostre due religioni, verso le quali rimaniamo impegnati, concordiamo che la violenza scaturisce dal cuore dell'uomo, e che i mali della persona sfociano in mali strutturali. Perciò siamo chiamati a un'impresa comune: studiare le cause della violenza; insegnare ai nostri rispettivi seguaci come combattere il male nei loro cuori; liberare dal male sia le vittime sia coloro che commettono la violenza; formare i cuori e le menti di tutti, specialmente dei bambini, ad amare e vivere in pace con tutti e con l'ambiente; insegnare che non c'è pace senza giustizia, né vi è vera giustizia senza perdono; invitare tutti a collaborare alla prevenzione dei conflitti nella ricostruzione delle società frantumate; incoraggiare i mezzi di comunicazione sociale ad evitare e combattere il discorso dell'odio, e i rapporti di parte e provocatori; incoraggiare le riforme dell'educazione per prevenire la distorsione e la cattiva interpretazione della storia e dei testi scritturistici; e pregare per la pace nel mondo percorrendo insieme la via della non violenza”.

Il messaggio è firmato dal cardinale Jean-Louis Tauran, Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, e da Miguel Ángel Ayuso Guixot, MCCJ Segretario.

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