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Metropolita Hilarion: “Buone relazioni con la Santa Sede. Non capiamo Costantinopoli”

Il capo del Dipartimento di Relazioni estere del Patriarcato di Mosca a tutto campo su Ucraina, Patriarcato Ecumenico, ortodossia, autocefalia ucraina

Metropolita Hilarion | Il Metropolita Hilarion durante il suo discorso alla conferenza Christianity Connects, Budapest, Ungheria, 6 settembre 2019  | da Twitter Metropolita Hilarion | Il Metropolita Hilarion durante il suo discorso alla conferenza Christianity Connects, Budapest, Ungheria, 6 settembre 2019 | da Twitter

Lontani da Costantinopoli, vicini a Roma, ma solo per le sfide comuni, con una Chiesa viva e una giovent che cresce nella fede. Il metropolita Hilarion, capo delle Dipartimento per le Relazioni Estere del Patriarcato di Mosca, parla da Budapest, dove ha partecipato lo scorso 6 settembre all’incontro “Christianity connects”, organizzato dal ministero degli Esteri ungherese.

Prima in una relazione, poi in un incontro con i giornalisti, il metropolita non lesina attacchi al Patriarca Bartolomeo, di cui dice di “non comprendere la logica”. Nei suoi interventi, si incrociamo molti temi, che poi si possono riassumere in uno solo: la questione ucraina. L’autocefalia della Chiesa ortodossa ucraina, chiesa dall’allora presidente ucraino Petro Poroshenko e concessa poi dal Patriarca Bartolomeo I, è considerata da Mosca una aggressione del suo territorio canonico, che pure gli era stato concesso nel XVI secolo dal Patriarcato di Costantinopoli.

Una situazione tale che ha portato il Patriarcato di Mosca prima alla rottura della comunione con Costantinopoli e poi alla decisione di non partecipare più al tavolo di dialogo teologico cattolico – ortodosso, che è co-presieduto dal Patriarca Bartolomeo.

Ma, se la decisione di concedere l’autocefalia è considerata da Hilarion prettamente politica, non era possibile proseguire nel dialogo teologico anche a livello multilaterale?

“Penso – spiega il metropoliata Hilarion – che fosse teoricamente possibile. Ma, dopo i fatti che sono accaduti, abbiamo trovato difficile partecipare ad una commissione guidata da Costantinopoli. Non ho mai nascosto la mia insoddisfazione per il modo in cui il dialogo è portato avanti”.

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Il motivo risiede nel fatto che “il patriarcato di Costantinopoli vuole fare del suo primato un primato simile a quello di Roma. Ma il primato di Roma si è sviluppato in 2000 anni e il primato di Costantinopoli è un primato di onore. Costantinopoli ha però recentemente lanciato una nuova interpretazione, che il Patriarcato di Mosca non è pronto a seguire”.

L’interpretazione è quella, sostenuta anche dal teologo Zizioulas, che nella comunione delle Chiese ortodosse si sviluppi “come nella Trinità, il primato del Padre e la sinodalità del Figlio e dello Spirito Santo, ragion per cui ci deve essere un primato di Costantinopoli. È una ragione che io trovo artificiale e ridicola. Non ha alcun fondamento nelle tradizioni cristiane”.

La relazioni con la Santa Sede sono invece molto buone. Anzi “sono ottime – spiega Hilarion, dal 2016, da quando Papa Francesco si è incontrato con il Patriarca Kirill. Si è trattato di un incontro storico, non un mero incontro di protocollo. Non è stato un incontro in termini teologici. Il Papa e il Patriarca si sono incontrati come pastori, e nella dichiarazione finale hanno espresso le loro opinioni su molti temi. Da allora abbiamo sviluppato i nostri legami e quello che il Papa e il Patriarca hanno detto in questo incontro storico”.

Per quanto riguarda la situazione in Ucraina, il metropolita Hilarion sottolinea che “ci sono state molte violazioni dei diritti umani. Speriamo che tutto si sistemi con il nuovo governo, e ci aspettiamo che il governo non interferisca negli affari interni della Chiesa e che i politici facciano il loro lavoro”.

D’altronde, nota il metropolita, “di 90 vescovi, solo due si sono mossi verso la nuova Chiesa ortodossa”.

Eppure – ha denunciato – “con l’incoraggiamento e la pressione del governo, la nuova Chiesa ha lanciato una campagna di conquista delle proprietà delle parrocchie e almeno 83 parrocchie sono state prese, e questo non include la registrazione illegale di parrocchie”.

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Ha aggiunto Hilarion: “Le prese di possesso sono coordinate, camuffate e non è difficile contrattaccare. Questo è un segno dell’odio e del male, e come la gente può continuare a vivere nello stesso villaggio che è diviso in due campi. Si possono trovare video online di questi attacchi”.

Ha poi notato che “nell’ultimo anno l’Ucraina è stata inclusa per la prima volta nella lista delle nazioni dove i giornalisti sono imprigionati per le loro attività, al livello della Cambogia e di altri Paesi. L’esempio dell’Ucraina è diventato un esempio di persecuzione dei cristiani da parte di cristiani. Chiedo al nuovo presidente ponga fine a questo e non interferisca in tutto questo”.

HIlarion ha anche sottolineato che la Chiesa ortodossa Russa è anche Chiesa di Ucraina, Bielorussia, Asia Centrale e Baltico e lamentato che la Chiesa ortodossa è stata perseguitata per 70 anni, a partire dalla Rivoluzione Sovietica del 1917. È anche vero che fu proprio la rivoluzione a ristabilire il Patriarcato di Mosca, che ha festeggiato quest’anno il centenario, e che era stato soppresso dallo zar.

Hilarion rivendica una attività febbrile del Patriarcato di Mosca, che negli ultimi 30 anni ha restaurato la Chiesa e le infrastrutture, ricostruito le Chiese. Oggi – ha detto - vengono costruite 1000 nuove Chiese all’anno.

Nella Chiesa ortodossa russa – ha detto - c’è uno spirito di revival, che è cominciato nel 1998 quando abbiamo celebrato il millennio del battesimo della Rus’. Non pensavamo che questa celebrazione avrebbe avuto grande impatto, ma molti sono andati in strada hanno preso parte alla processione”

Da allora in poi, “la Chiesa ha ricevuto il potere del servizio missionario e da quel punto in poi”.

Il grande rinnovamento giovanile è spiegato da Hilarion con il fatto che “le persone sono attratte da Gesù Cristo”. Hilarion ha poi fatto una distinzione tra “reali cristiani e cristiani anonimi”. Questi ultimi – notato – “devono essere ri-attratti attraverso un movimento missionario”.