“Ciò che per noi è povertà, là rappresenta uno standard di vita perfino auspicabile, un traguardo da raggiungere, una meta che, di fatto, solo pochi conseguiranno”.Così il Patriarca di Venezia, Monsignor Francesco Moraglia, commentando la sua visita – dall’1 a l 6 luglio scorsi – presso la missione veneziana di Ol Moran, in Kenya.

“La Chiesa del Kenya – ha spiegato il Patriarca – è ricca di fede e di entusiasmo, soprattutto nei suoi fedeli laici: questo è il primo messaggio che manda alle Chiese delle nostre latitudini. Una fede viva, gioiosa. Inoltre la Chiesa in terra d’Africa ci domanda di far meno teoria missionaria e più fatti. E dar maggiore concretezza al nostro servizio non stando seduti dietro una scrivania d’ufficio a migliaia di chilometri di distanza ma dando o facendo qualcosa che ci coinvolga veramente in termini di dedizione personale, di tempo e di denaro. Mi ha colpito come i cristiani di Ol Moran, nonostante il contesto difficile, siano gioiosi, sereni e aperti alla vita, accoglienti nei confronti del dono della vita”.

Monsignor Moraglia ha infine invitato la popolazione locale a “non guardare all’Europa come a un miraggio o un modello da imitare acriticamente perché noi europei, oltre ad aver fatto cose buone, ne abbiamo anche sbagliate tante. Per esempio, abbiamo smarrito il valore della persona umana nella sua irripetibilità e centralità e, inoltre, tante sofferenze odierne dell’Africa hanno un’origine ben precisa e un nome: la politica dell’Europa, soprattutto nell’Ottocento e nei primi decenni del Novecento, e alludo alle scelte politiche colonialiste”.