Molti sono goumiers, marocchini, che per cinquanta anni hanno combattuto nell’esercito francese, e per questo sulla loro tomba c’è la mezzaluna islamica. Ma su tutte le tombe c’è una croce, e la scritta: Mort pour la France, morto per la Francia. Papa Francesco va questa mattina al Cimitero Militare Francese di Roma, per la celebrazione dei defunti.

Il cimitero si trova a Monte Mario, e non è il primo cimitero militare che visita Papa Francesco, che celebrò nel 2017 nel cimitero americano di Nettuno e nel 2014 nel cimitero di Redipuglia in occasione del centenario dello scoppio della Prima Guerra Mondiale. Di certo, questa celebrazione porta con sé anche un dolore, perché le truppe marocchine seppellite nel cimitero furono anche quelle che si resero colpevoli delle “marocchinate”, una serie di saccheggi e stupri nella bassa Ciociaria avvenuti in due giorni di “terra bruciata” lasciati alle truppe dopo la liberazione di Montecassino.

Il Cimitero Militare Francese, voluto dal governo italiano, rende proprio omaggio ai soldati che hanno combattuto contro il regime nazista durante la campagna di Italia tra novembre 1943 e luglio 1944, e vi sono sepolti i soldati del Corpo di Spedizione Francese in Italia. Conosciuto con l’acronimo di CEFI, il gruppo era guidato dal generale Alphonse Juin, e prese anche parte alla battaglia di Montecassino nel 1944, quando, dopo la distruzione dell’abbazia, le truppe tedesche riuscirono a tenere sotto scacco le truppe alleate, che cercavano di forzare la linea Gustav. Dopo la vittoria di Montecassino grazie al sacrificio eroico dei soldati polacchi, gli Alleati poterono continuare ad avanzare fino ad arrivare a Roma il 4 giugno 1944.

Durante la campagna, furono uccisi 6200 soldati francesi, e due terzi venivano dal Maghreb, in particolare da Marocco e Tunisia. Nel Cimiero Militare Francese ci sono 1888 soldati sepolti, e 1142 sono musulmani.