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P. Elia Carbonaro, un carmelitano con il pensiero fisso al Paradiso

P. Elia Carbonaro  |  | Marsala Live P. Elia Carbonaro | | Marsala Live

Non riesco a stare cinque minuti senza pensare al Paradiso! Queste parole risplendevano sulle labbra di un carmelitano della Provincia di Messina: padre Elia Carbonaro. Parlare della vita di questo straordinario religioso è tener viva la memoria di un autentico innamorato del Carmelo e di un uomo di grande umiltà e preghiera. La sua vita inizio il 19 febbraio 1893 a Nunziata, un piccolo paese del Comune di Mascali e da qui si allargò verso il mondo.

Padre Elia non lasciò mai la Sicilia ma la sua missione, aperta a tutti, gli rappresentava l'umanità sofferente che cerca nel Signore, non solo un aiuto materiale, ma la buona novella del vangelo, in grado di rispondere al cuore dell'uomo. La sua esistenza scorre serena tra il lavoro nei campi, lo studio e la sua professione: quella di calzolaio. Anche un altro grande santo, prima di entrare tra i Cappuccini, aveva svolto la stessa professione :San Crispino da Viterbo. E questo unisce l'umiltà di questi due uomini di Dio.

Nel 1918 è al fronte per il servizio militare e qui si racconta che uno scoppio di una granata, accanto a lui, lo lasciò illeso, per grazia della Madonna. Alla fine della Prima guerra mondiale, in un mondo lacerato dall'indifferenza e dall'odio, sentendo la chiara voce della Madonna del Carmelo, entrò nei Padri Carmelitani e qui iniziò la sua formazione religiosa. Noviziato e studentato ne fecero un perfetto carmelitano:uomo di contemplazione e preghiera dalla Regola di Sant'Alberto apprese l'arte dell'amore alla Parola di Dio ed al servizio. Ordinato sacerdote dal vescovo di Trapani, il 16 marzo 1929, fu destinato dai superiori alla casa di Messina che , dall'epoca del grande terremoto del 1908, era ancora da costruire. Nella parrocchia dei SS. Pietro e Paolo rimase per oltre 25 anni.

Semplice religioso, anche impacciato nella parola, dette il meglio di se, non solo con il rispetto della professione religiosa, ma con l'eroismo del santo.

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Confessioni, comunioni, apostolato vario. Non c'era urgenza che non trovava, in lui, una soluzione. Ne lamentela che non si infrangesse nel suo cuore unico e delicato. Divideva il suo cibo con i bisognosi ed il suo tempo con tutti.

Poverissimo, la sua cella era colma dell'essenziale cioè del religioso che vi abita. I confratelli che hanno avuto il dono di aver vissuto con lui, ne ricordano le penitenze e la vita di costante e perenne preghiera. Era un autentico contemplativo, come tutti i veri carmelitani. Con tali voti, il 2 maggio 1973 volò in cielo mirando il volto di Dio. Quel volto che aveva sempre contemplato nelle lunghe ore della sua interminabile giornata al cospetto del Padre. E' in corso la causa di canonizzazione.