“Il Magnificat non è un incitamento a rovesciare, anche con la violenza, i potenti dai troni. È un ammonimento rivolto soprattutto ai ricchi e ai potenti circa il tremendo pericolo che corrono, come nella parabola del ricco epulone”. Così Padre Raniero Cantalamessa, Predicatore della Casa Pontificia, in occasione della II Predica di Avvento tenuta stamane alla presenza del Papa.

Parlando del Magnificat, il religioso ha osservato che “Dio tiene a distanza i superbi e innalza fino a sé gli umili e i piccoli; sta più volentieri con i bisognosi e gli affamati che lo tempestano di suppliche e di richieste, che non con i ricchi e i sazi che non hanno bisogno di lui e non gli chiedono nulla. Maria ci esorta, con dolcezza materna, a imitare Dio, a far nostra la sua scelta. Io dove guardo? Verso il basso, dove ci sono miseria, bisogno e povertà? O verso l'alto, verso chi mi può aiutare e dare prestigio?”.

La Chiesa - ha concluso Padre Cantalamessa - possiede, grazie alla parola di Dio, un’immagine diversa della realtà del mondo, l’unica definitiva, perché ottenuta con la luce di Dio. Essa non può occultare tale immagine. Deve diffonderla, senza mai stancarsi, renderla nota agli uomini, perché ne va del loro destino eterno. È l’immagine che alla fine resterà quando sarà passato lo schema di questo mondo”.