Adorare Dio non è un obbligo, è un privilegio. L'uomo ha bisogno di qualcosa di maestoso da adorare! Non è dunque Dio che ha bisogno di essere adorato, ma l'uomo di adorare. Adorare è acconsentire. È lasciare che Dio sia Dio. È dire sì a Dio come Dio e a se stessi come creature di Dio.”. Lo ha detto Padre Raniero Cantalamessa, stamane, durante la predica di Quaresima tenuta in Vaticano alla presenza del Papa e della Curia Romana.

Il religioso ha sottolineato poi l’importanza della adorazione eucaristica: “Stando calmi e silenziosi davanti a Gesù sacramentato, o a una sua icona, si depongono i propri progetti per fare posto a quelli di Cristo, la luce di Dio penetra nel cuore e lo risana. Molte parrocchie e comunità che l’hanno messa nel loro orario quotidiano o settimanale ne fanno l’esperienza. La vista di persone che di sera o di notte sono in adorazione silenziosa davanti al Santissimo in una chiesa illuminata ha spinto molti passanti ad entrare e dopo aver sostato un momento a esclamare: qui c’è  Dio! Dio solo conosce quante grazie nascoste sono scese sulla Chiesa grazie a queste anime adoratrici”.

Attraverso l’adorazione eucaristica - ha concluso Padre Cantalamessa - “noi realizziamo la profezia fatta al momento della morte di Gesù sulla croce: guarderanno a colui che hanno trafitto. Tale contemplazione è essa stessa una profezia, perché anticipa ciò che faremo per sempre nella Gerusalemme celeste. È l’attività più escatologica e profetica che si possa compiere nella Chiesa. Alla fine non si immolerà più l’Agnello, né si mangeranno più le sue carni. Cesseranno, cioè, la consacrazione e la comunione; ma non cesserà la contemplazione dell’Agnello immolato per noi”.