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Il gesuita Ulf Jonsson, la visita del Papa rafforzerà i legami tra Svezia e Santa Sede

Padre Ulf Jonsson SJ direttore di Signum |  | Signum Padre Ulf Jonsson SJ direttore di Signum | | Signum

Ulf Jonsson è un gesuita svedese, ed è il direttore della rivista Signum. Ha appena intervistato il Papa ed è suo l’articolo pubblicato da Civiltà Cattolica, che racconta un po’ la situazione attuale in Svezia tra cattolici e Svenska Kyrkan ripercorrendo la storia e guardando al futuro.

Ed è lui a raccontare ad ACI Stampa il rapporto tra Svezia e gesuiti.

In Svezia c’è un buon numero di congregazioni cattoliche anche se i cattolici sono solo circa 115 000. Perciò l’ordine dei Gesuiti non è l’unica congregazione importante per la Chiesa qui, anche se siamo la congregazione maschile più grande del paese. Ma i gesuiti hanno una lunga storia nel paese. I primi gesuiti sono arrivati in Svezia già negli anni Settanta del XVI secolo, quando gestivamo una scuola teologica a Stoccolma. Dopo che la Chiesa cattolica fu proibita in Svezia nel 1593 i gesuiti sono tornati in Svezia soltanto nel 1879 per poi rimanere in maniera permanente.

Si può dire che l’attività dei gesuiti dal 1879 fino agli anni Quaranta del XX secolo consisteva esclusivamente in lavoro pastorale nelle parrocchie. Una decine delle attuali 45 parrocchie cattoliche sono state fondate da gesuiti. Ma dagli anni Quaranta le attività si sono estese anche alla pastorale universitaria e le attività pubblicistiche. Oggi i gesuiti gestiscono due parrocchie (Sant’Eugenia a Stoccolma e S. Lorenzo a Uppsala), una libreria cattolica a Stoccolma, la rivista culturale Signum e l’istituto universitario filosofico e teologico Newmaninstitutet a Uppsala. Abbiamo anche una buona offerta di ritiri ed esercizi spirituali.

Svolgete un apostolato culturale per gli svedesi. Lo fate anche per gli immigrati?

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Sia la rivista Signum e i corsi che offriamo nelle nostre parrocchie raggiungono alcuni immigrati, soprattutto quelli che hanno una educazione accademica. Ma tutto sommato probabilmente gli immigrati sono una piccola minoranza in questi contesti. Però il nostro istituto universitario ha tra gli studenti una buona parte di immigrati e figli di immigrati. Inoltre Newmaninstitutet ha un accordo di collaborazione in questioni ambientali con alcune università gesuitiche negli Stati Uniti, cosa che contribuisce ad aumentare la pluralità etnica e culturale nei nostri contesti.

Come sono i vostri contatti con il modo accademico secolarizzato?

Abbiamo contatti intensi con molte istituzioni accademiche in Svezia, soprattutto con le università di Uppsala, Lund, Stoccolma e l’università di Södertörn  Stoccolma, soprattutto nel campo della filosofia e delle scienze religiose. Alcuni dei loro docenti insegnano da noi e noi da loro, e inoltre svogliamo insieme dei seminari per dottorandi. Siamo riconosciuti dallo stato come istituzione di formazione accademica, e questo comporta contatti con UKÄ, l’ente statale che garantisca la qualità delle istituzioni accademiche nel paese.

In che modo la rivista gesuitica Signum è aperta verso il mondo luterano?

Soprattutto attraverso il fatto che una buona parte degli abbonati alla rivista – forse perfino la maggioranza – sono luterani. Sappiamo che molti pastori nella Chiesa luterana, la Svenska Kyrkan, leggono Signum. E pubblichiamo spesso articoli sull’ecumenismo e su questioni che riguardano la teologia luterana.

Quali risultati vi aspettate da questa visita papale, che è stata un po’ complicata per i cattolici?

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E’ davvero difficile dire a cosa porterà la visita del Papa. Durante la preparazione ci sono stati momenti di irritazione tra la parte cattolica e quella luterana. Ma durante le ultime settimane l’atmosfera è un po’ migliorata. Qualche giorno fa ho partecipato a un dibattito pubblico con l’arcivescova della Svenska kyrkan Antje Jackelén qui a Uppsala, ed è stato un colloquio molto amichevole e pieno di speranza. Ma oggi è difficile dire in che modo i rapporti ecumenici tra luterani e cattolici potranno migliorare attraverso la comune commemorazione della Riforma. Un altro effetto della visita del Papa potrebbe però essere di rinforzare i rapporti bilaterali tra la Svezia e la Santa Sede. Sia il primo ministro Stefan Löfvén, il ministro degli esteri Margot Wallström e Re Carl XVI Gustav incontreranno il Papa durante la sua breve visita in Svezia, e questo in qualche modo indica l’importanza che si attribuisce alla visita. So che il ministero degli esteri vuole usare la visita del Papa per intensificare i contatti bilaterali.