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Padre Sergio Sorgon, missionario e martire: testimone del Carmelo

P. Sergio Sorgon |  | Carmelo Veneto P. Sergio Sorgon | | Carmelo Veneto

Roma, Parrocchia di Santa Teresa di Avila, estate del 1966, un giovane sacerdote è appena uscito dalla porta della sagrestia e si sta recando nel confessionale, per assistere alle confessioni: è padre Sergio Sorgon O.C.D.

Quest'uomo è stato un missionario, un religioso, un sacerdote, un figlio spirituale di Santa Teresa di Avila, ma di più un testimone gioioso dell'amore di Dio, per il mondo.

Nato nel 1938 a San Donà di Piave, fin da piccolo sentì la chiamata a seguire il Signore nello spirito della Famiglia carmelitana. Completati gli studi a Tombetta, Brescia,Venezia viene ordinato sacerdote, il 30 marzo 1963 nella basilica di San Marco, dalle mani del card. Urbani. Da questo momento è sacerdote.

Chi lo ha conosciuto ci ha tramandato l'immagine di un uomo dalla fede robusta e franca. E' pronto ed ama stare insieme agli altri. Nelle prime esperienze pastorali, subito dopo l'ordinazione sacerdotale, padre Sorgon è inviato a Brescia dove si occupa di varie attività pastorali e nella parrocchia romana. Qui ha modo di approfondire il su rapporto personale con i fedeli e con le loro necessità ed è in questo contesto che, il 27 dicembre 1966, scrive al suo Padre provinciale della Provincia veneta ,nella persona di padre Silvio Ferrari O.C.D esponendogli il desiderio di poter andare missionario in un paese dove ci fosse molto lavoro “tipo Africa, America Latina,Filippine”.

Da questo si capisce l'animo e la sensibilità di questo religioso: farsi avanti, darsi da fare. Questo atteggiamento era già stato evidenziato, nel corso della sua esistenza da chi era stato suo compagno di studi o in famiglia. Era sempre il primo ad aiutare e concretamente si metteva al servizio delle varie incombenze.

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Parte per il Madagascar. Qui accanto alla bellezza della natura ed all'accoglienza della gente che incontra, il lavoro è molto. Nominato parroco il 2 agosto 1970 vi inizia il suo apostolato. In giro, per la zona della sua parrocchia, con una motocicletta, ovunque vi porta il suo ardore, la sua intelligenza e soprattutto la sua forza di animo nell'affrontare le sfide che la quotidianità mette dinanzi al suo cammino. Non si tira mai indietro e difronte ad ogni necessità, va avanti con passione e tenacia, pur di portare a tutti il dolce messaggio di Cristo.

Il 7 gennaio 1985 il suo corpo, barbaramente offeso, viene trovato sulla via che da Tananarive conduce a Moramanga. Ancora oggi non si conoscono le motivazioni di tale gesto.

Padre Sergio è un martire, la sua esistenza è stata un percorso, che tramite le sue lettere si può scoprire, quanto fosse concreta e spirituale.

Nella piena idealità della sua fondatrice, Santa Teresa d'Avila, questo straordinario religioso affronta la vita come un dono per gli altri per un disegno di amore che nel sacrificio di Cristo, ha il suo più alto fine.

La sua spiritualità, concreta e robusta, lo conduce a dare un senso ai suoi giorni. E questo sta solo in una donazione, completa a Dio, per le necessità dei fratelli.

Giovanni Paolo II dopo l'Angelus del 20 gennaio 1985 così ha ricordato questo sacerdote: “In questa settimana è giunta notizia di un altro doloroso episodio: l’uccisione di un carmelitano italiano, padre Sergio Sorgon, missionario nel Madagascar. Egli è stato atrocemente mutilato, sembra a scopo di rapina. Preghiamo per il suo eterno riposo e per il conforto del suo Ordine e della sua famiglia, duramenteprovati. Rivolgiamoci insieme al Signore affinché voglia risvegliare dappertutto sulla terra il sentimento del rispetto della vita e della fratellanza tra i suoi figli, essenziale fondamento della convivenza umana”. 

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