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Papa Francesco a fine maggio in Romania, nel “Giardino della Madre di Dio”

Logo di Papa Francesco in Romania | Il logo del viaggio di Papa Francesco in Romania. Sarà nel Paese dal 31 maggio al 2 giugno | Sala Stampa Santa Sede Logo di Papa Francesco in Romania | Il logo del viaggio di Papa Francesco in Romania. Sarà nel Paese dal 31 maggio al 2 giugno | Sala Stampa Santa Sede

Si infittisce l’agenda dei viaggi internazionali di Papa Francesco: dopo il viaggio in Bulgaria e nell’ex Repubblica jugoslava di Macedonia, già annunciato per il 5-7 maggio, Papa Francesco completa il suo “giro” nei Paesi maggioranza ortodossa con la Romania, dove andrà dal 31 maggio – 2 giugno. Il motto del viaggio è “Camminiamo insieme”, “Să mergem împreună”.

Il logo presente il popolo di Dio della Romania che cammina sotto la protezione della Madonna. “La Romania – si legge nel comunicato della Sala Stampa della Santa Sede - viene spesso chiamata ‘giardino della Madre di Dio’, formula cara a tutti i fedeli, usata anche da San Giovanni Paolo II durante la visita del 1999. La visita di Papa Francesco riprende questo accento mariano, invitando a unire tutte le forze sotto il mantello protettore della Madonna”. I colori usati nel logo richiamano i colori della bandiera nazionale: azzurro, giallo e rosso.

Il Cardinale Lucian Mureșan, presidente della Conferenza Episcopale Cattolica di Romania, ha dichiarato: "Speriamo che la presenza in Romania del vicario di Pietro porti ispirazione alla Romania per unire tutto ciò che è buono e prezioso in favore del Paese e del bene comune. Cerchiamo di trovare la volontà di dialogo tra le chiese cristiane basata sul rispetto dell'alterità, unendo le energie dei cristiani in favore della vita e i valori naturali della Creazione lasciati da Dio". 

Papa Francesco aveva annunciato le sue intenzioni di un viaggio in Romania già ai vescovi romeni durante la loro visita ad limina all’inizio di novembre 2018. Si pensava che il viaggio sarebbe stato parte dell’itinerario che porterà il Papa in Bulgaria e Macedonia, ma l’organizzazione del G20 a Sibiu per il 9 maggio ha portato alla decisione di un viaggio in due parti.

Saranno quattro le città che Papa Francesco toccherà durante il viaggio: Bucarest, la capitale, dove ci sarà anche un incontro con il Patriarca ortodosso Daniel; a Blaj, dove fu fatta la prima traduzione in lingua romena della Bibbia, pubblicata nel 1795 a cura del monaco greco-cattolico Samuil Micu, nella doppia versione con caratteri cirillici e latini. A Iasi, prima diocesi latina del Paese insieme a Bucarest, entrambe costituite da Leone XIII nel 1883; e a Miercurea Ciuc, in Transilvania, dove celebrerà messa nel monastero di Csiksomlyo, che si trova nella frazione di Sumuleu Ciuc.

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Quest’ultima tappa è molto significativa. Era trapelato, infatti, che Papa Francesco sarebbe andato in Romania già nel 2018. Ma era anche l’anno dei 100 anni dell’unione della Transilvania alla nazione, un anniversario doloroso per gli ungheresi. C’era il rischio che la presenza del Papa fosse politicizzata, e anche di scontentare la minoranza ungherese che vive nel territorio romeno, ma mantiene lingua e tradizioni magiare.

L’organizzazione del viaggio papale, così, ha incluso una tappa in Transilvania, in una zona a maggioranza magiara, con una Messa celebrata in un santuario che è luogo di pellegrinaggio dal 1442: gli ungheresi vi si recano nel giorno di Pentecoste, e negli anni Novanta il santuario dovette essere ingrandito per far fronte alle centinaia di migliaia di pellegrini che vi giungevano ogni anno. A Csiksomlyo c’è una veneratissima statua della Madonna in legno di tiglio risalente al XVI secolo.

Giovanni Paolo II è stato in Romania dal 7 al 9 maggio 1999, venti anni fa, e lì ebbe anche uno storico incontro con l’allora patriarca ortodosso Teoctist. Durante il viaggio, ricordò anche i sette martiri greco cattolici nella Divina Liturgia celebrata in rito greco cattolico celebrata l’8 maggio nella cattedrale di San Giuseppe a Bucarest.

“Vengo ora – disse Giovanni Paolo II - dal cimitero cattolico di questa città: sulle tombe dei pochi martiri noti e dei molti, le cui spoglie mortali non hanno neppure l'onore di una cristiana sepoltura, ho pregato per tutti voi, ed ho invocato i vostri martiri e i confessori della fede, perché intercedano per voi presso il Padre che sta nei cieli. Ho invocato in particolare i Vescovi, perché continuino ad essere vostri Pastori dal cielo: Vasile Aftenie e Ioan Balan, Valeriu Traian Frentiu, Ioan Suciu, Tit Liviu Chinezu, Alexandru Rusu.”

Papa Francesco potrebbe celebrarne la beatificazione durante il viaggio (un documentario sulla loro storia è stato proiettato nella Filmoteca Vaticana ai tempi della visita ad limina)

Da Iasi veniva invece il vescovo greco cattolico Anton Durcovici (1888 – 1951), martire del comunismo, beatificato nel 2014. La persecuzione contro la Chiesa Greco Cattolica cominciò il 1 dicembre, quando una legge la rese illegale e i vescovi furono incarcerati, mentre il governo comunista voleva creare una sola Chiesa nazionale, separata da Roma. Il vescovo Durcovici, insieme al vescovo Marton Aron di Alba Iulia, pubblicò un manifesto di dissenso in cui si sottolineava che “la Chiesa cattolica in Romania fa parte della Chiesa romano-cattolica, a capo della quale vi è il Papa”. Il vescovo consacrò anche le parrocchie della sua diocesi al Cuore Immacolato di Maria, per rispondere all’invasione comunista.

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