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Papa Francesco alla Comunità Abramo: “Evangelizzare è avere uno stile di esodo”

Nel trentesimo della fondazione, la Comunità incontra Papa Francesco. E a loro pone l’esempio di Abramo. Perché per essere evangelizzatori bisogna fidarsi di Dio

Papa Francesco, Aula Paolo VI | Papa Francesco durante una udienza in Aula Paolo VI, dove oggi ha incontrato i membri della Comunità Abramo | Vatican Media / ACI Group Papa Francesco, Aula Paolo VI | Papa Francesco durante una udienza in Aula Paolo VI, dove oggi ha incontrato i membri della Comunità Abramo | Vatican Media / ACI Group

Alla scuola di Abramo, per avere il coraggio di lasciare tutto e seguire Dio, di “uscire per andare incontro a quanti il Signore mette sulla nostra strada”, assumendo lo stile dell’esodo, per uscire sempre con fiducia in Dio. Papa Francesco dà questo compito alla Comunità Abramo, che lo incontra in udienza in Aula Paolo VI per i trent’anni di fondazione.

Si legge nel sito della Comunità che “La Comunità Abramo, nata nel 1989, propone un cammino di conversione e di crescita spirituale nella lode a Dio Padre, nel profondo innovamento interiore in Cristo Gesù, nella docilità all’azione dello Spirito Santo, nel riferimento continuo a Maria come modello di vita e di preghiera attraverso un’intensa vita sacramentale e liturgica, con la valorizzazione della Tradizione della preghiera e della spiritualità cattolica” e che è “prioritario è l’impegno per la nuova evangelizzazione attraverso l’annuncio della Parola di Dio ai non credenti e ai cristiani non praticanti con particolare attenzione al mondo della famiglia, dei giovani, della scuola e all’ambito sociale”.

Proprio a questo percorso di evangelizzazione si riferisce Papa Francesco. Che poi esorta a non avere “timore di ispirare la vostra vita e la vostra azione al grande Patriarca Abramo”, da cui prima di tutto comprendere come “obbedire alla chiamata del Signore”, che è "sempre creativo, è il Signore delle sorprese".

Dice Papa Francesco: “Non importa in quale modo e in quale circostanza il Signore si fa presente nella vostra vita. Egli – ed Egli solo! – conosce i luoghi e i tempi in cui incontrare ciascuno. Ciò che è importante è ascoltare la sua voce”, per la quale c'è bisogno del silenzio dell'ascolto, perché "voi siete sempre rumorosi, ma se non c'è il silenzio dell'ascolto non è un rumoro unto dello Spirito Santo".

E per questo, il Papa augura “di saper sempre trovare dei momenti di vero silenzio” per poter “ascoltare Dio che parla”. Ma ricorda anche che la fede di Abramo lo porta a lasciare la sua casa “”per andare verso un luogo che non conosce, ma che è garantito dalla promessa di Dio”.

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È il segno, nota Papa Francesco, che “per essere evangelizzatori bisogna fidarsi di Dio ed essere pronti a partire, a uscire, ma non una volta sola, bensì ad assumere uno stile di ‘esodo’", così come Mosé e anche San Giuseppe che "aveva paura di addormentarsi, perché ogni volta che si è addormentato gli hanno cambiato i piani". 

Insomma, è importante “uscire per andare incontro a quanti il Signore mette sulla strada”, dando ragione della speranza ricevuta da Cristo come esortava a fare Pietro scrivendo alle comunità giovani dei primi anni del cristianesimo. La strada della Chiesa è, dice Papa Francesco, è "testimonianza, non è proselitismo. Se è proselitismo, è setta, non è Chiesa". 

Sottolinea Papa Francesco: “Ecco una metodologia che siamo chiamati a vivere nell’opera di evangelizzazione. Occorre camminare insieme alle persone del nostro tempo, ascoltare ciò che portano nel cuore, per offrire loro, con la nostra vita, la risposta più credibile, cioè quella che viene da Dio, attraverso Gesù Cristo. A me sempre fa bene ascoltare quel consiglio che San Francesco d'Assisi diede ai frati quando li inviò ad evangelizzare: 'Annunziate il Vangelo e se fosse necessario anche con le parole'. La testimonianza prima”.

Una atteggiamento che premia, considerando che “la fede di Abramo fu feconda al di là di ogni umana aspettativa, e ha visto il suo compimento in Gesù”.

Invocando l’aiuto della Vergine Maria, il Papa esorta dunque la comunità ad andare avanti, “nella fede e nella carità, soprattutto verso quanti sono più emarginati e poveri, confidando sempre nella promessa di Dio”.