La “franchezza” come stile nel messaggio cristiano. Ma anche il “coraggio dell’annuncio”, che “ci distingue dal semplice proselitismo”. Commentando le letture della liturgia di oggi a Santa Marta, Francesco ha ricordato che Pietro e Giovanni orientarono la loro missione partendo da un concetto chiave della scrittura: “Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato”. Messi in carcere e minacciati di non parlare in nome di Gesù, ricorda il Papa, vollero comunque “dire le cose, con libertà”.

“Anche oggi il messaggio della Chiesa – ha detto Papa Francesco - è il messaggio del cammino della franchezza, del cammino del coraggio cristiano. Questi due, semplici – come dice la Bibbia – senza istruzione, hanno avuto il coraggio. Una parola che si può tradurre ‘coraggio’, ‘franchezza’, ‘libertà di parlare’, ‘non avere paura di dire le cose’ … E’ una parola che ha tanti significati, nell’originale. La parresìa, quella franchezza … E dal timore sono passati alla ‘franchezza’, a dire le cose con libertà”.

La fonte della “franchezza”, il “vero protagonista” è “proprio lo Spirito Santo”, che ci dona la “grazia del coraggio di annunciare Gesù Cristo”.
“E questo coraggio  dell’annuncio – ha aggiunto il Papa - è quello che ci distingue dal semplice proselitismo. Noi non facciamo pubblicità, dice Gesù Cristo, per avere più ‘soci’ nella nostra ‘società spirituale’, no? Questo non serve. Non serve, non è cristiano. Quello che il cristiano fa è annunziare con coraggio e l’annuncio di Gesù Cristo provoca, mediante lo Spirito Santo, quello stupore che ci fa andare avanti”

Perché “soltanto lo Spirito è capace di cambiarci l’atteggiamento”, di “cambiare la storia della nostra vita, cambiare la nostra appartenenza”: “Il cammino del coraggio cristiano – ha detto Francesco - è una grazia che dà lo Spirito Santo”.

“Ci sono tante strade che possiamo prendere – il pensiero del Papa -, anche che ci danno un certo coraggio. ‘Ma guarda che coraggioso, la decisione che ha preso! E guarda questo, guarda come ha fatto bene questo piano, ha organizzato le cose, che bravo!’: questo aiuta, ma è strumento di un’altra cosa più grande: lo Spirito. Se non c’è lo Spirito, noi possiamo fare tante cose, tanto lavoro, ma non serve a niente”.