“La Expo è un’occasione propizia per globalizzare la solidarietà. Cerchiamo di non sprecarla ma di valorizzarla pienamente!”. Il Signore “ci ha insegnato a chiedere a Dio Padre: dacci oggi il nostro pane quotidiano”: l’auspicio è “che nessun pane sia frutto di un lavoro indegno dell’uomo!”; “facciamo in modo che questa Expo sia occasione di un cambiamento di mentalità”.

Comincia con queste parole di Papa Francesco l’Esposizione universale di Milano. In collegamento dal Vaticano, il Papa parla alla vasta platea di personalità nel teatro all’aperto di Rho: tra di loro il capo dello Stato emerito, Giorgio Napolitano, il premier Matteo Renzi, l’’arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, e il Presidente del Pontificio consiglio della Cultura, il cardinale Gianfranco Ravasi, vari ministri, sindaci e presidenti degli enti locali oltre ai rappresentanti internazionali. Poco dopo le 12:40, grazie ad un accordo tra Rai e Ctv, le parole di Bergoglio sono giunte nel nuovo quartiere fieristico dove era in corso il taglio del nastro dell’Expo per poi diffondersi in mondovisione.

Francesco parla dell’Expo come di “una grande occasione” da “cogliere con responsabilità”, non senza l’aiuto del Signore: “Ci doni Lui, che è Amore, la vera “energia per la vita” – dice riferendosi al tema -: l’amore per condividere il pane, il “nostro pane quotidiano”, in pace e fraternità. E che non manchi il pane e la dignità del lavoro ad ogni uomo e donna”.

Papa Francesco dice di parlare come “vescovo di Roma”, ma anche come “la voce di tanti poveri che fanno parte di questo popolo e con dignità cercano di guadagnarsi il pane col sudore della fronte”:  “vorrei farmi portavoce – spiega - di tutti questi nostri fratelli e sorelle, cristiani e anche non cristiani, che Dio ama come figli e per i quali ha dato la vita, ha spezzato il pane che è la carne del suo Figlio fatto uomo”.

Tutti hanno dei “volti”, hanno una “coscienza”, culmine ultimo del tema portante dell’Expo, “così importante”, “così essenziale”: “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. “Purché – ammonisce il Papa - non resti solo un “tema””, ma sia accompagnato dai “volti di milioni di persone che oggi hanno fame, che oggi non mangeranno in modo degno di un essere umano”.

“Vorrei – la richiesta di Francesco - che ogni persona che passerà a visitare la Expo di Milano, attraversando quei meravigliosi padiglioni, possa percepire la presenza di quei volti. Una presenza nascosta, ma che in realtà dev’essere la vera protagonista dell’evento: i volti degli uomini e delle donne che hanno fame, e che si ammalano, e persino muoiono, per un’alimentazione troppo carente o nociva”.

Il Papa richiama le parole di Giovanni Paolo II alla Fao e rilancia il tema del cosiddetto “paradosso dell’abbondanza”. E spiega che “anche la Expo, per certi aspetti” può esserne parte, “se obbedisce alla cultura dello spreco, dello scarto, e non contribuisce ad un modello di sviluppo equo e sostenibile”. Bisogna invertire la rotta e cambiare mentalità, a partire dai comportamenti quotidiani: “Penso a tanti uomini e donne che patiscono la fame, e specialmente alla moltitudine di bambini che muoiono di fame nel mondo”.

La speranza di questo cambio di mentalità, per il Papa, è riposta anche negli operatori e ricercatori del settore alimentare: “Il Signore conceda ad ognuno di essi saggezza e coraggio, perché è grande la loro responsabilità. Il mio auspicio è che questa esperienza permetta agli imprenditori, ai commercianti, agli studiosi, di sentirsi coinvolti in un grande progetto di solidarietà: quello di nutrire il pianeta nel rispetto di ogni uomo e donna che vi abita e nel rispetto dell’ambiente naturale. Questa è una grande sfida alla quale Dio chiama l’umanità del secolo ventunesimo: smettere finalmente di abusare del giardino che Dio ci ha affidato, perché tutti possano mangiare dei frutti di questo giardino. Assumere tale grande progetto dà piena dignità al lavoro di chi produce e di chi ricerca nel campo alimentare”.

Ma i “volti” richiamati dal Papa non sono solo quelli dei poveri, ma anche quelli “di tutti i lavoratori che hanno faticato per la Expo di Milano, specialmente dei più anonimi, dei più nascosti, che anche grazie a Expo hanno guadagnato il pane da portare a casa”. “Che nessuno – ha detto forte il papa - sia privato di questa dignità”.