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Papa Francesco: "Il bene può vincere nonostante tutto”. Non legge tutta l'omelia. Ravelli continua la lettura

Papa Francesco nella Santa Messa per il Giubileo delle Forze Armate. La lettura dell'omelia interrotta, ripresa da Ravelli

Papa Francesco |  | Daniel Ibanez EWTN Papa Francesco | | Daniel Ibanez EWTN

“L’atteggiamento di Gesù presso il lago di Gennesaret viene descritto dall’Evangelista con tre verbi: vide, salì, sedette. Gesù non è preoccupato di mostrare un’immagine di sé alle folle, di eseguire un compito, di seguire una tabella di marcia nella sua missione; al contrario, al primo posto mette sempre l’incontro con gli altri, la relazione, la preoccupazione per quelle fatiche e quei fallimenti che spesso appesantiscono il cuore e tolgono la speranza”. Con quete parole Papa Francesco comincia la sua omelia della Santa Messa di oggi, in occasione del Giubileo delle Forze Armate, di Polizia e di Sicurezza. Il Papa si sofferma sull’immagine di Gesù che scorge “la delusione sul volto di quei pescatori, che ora stanno lavando le reti vuote dopo una notte andata male”. Da ciò, allora, la compassione di Gesù che riesce a cogliere “il loro scoraggiamento, la frustrazione di aver lavorato per tutta la notte senza prendere nulla, la sensazione di avere il cuore vuoto proprio come quelle reti che ora stringono tra le mani”.

Da questo momento in poi, l'omelia scritta viene letta dal Maestro delle cerimonie pontificie, Monsignor Diego Giovanni Ravelli. Il Papa si scusa ma la bronchite che da giorni lo afflige non gli permette di andare avanti nella lettura dell'omelia. 

Gesù, allora, sale e chiede “proprio a Simone di scostare la barca da terra e ci sale sopra, entrando nello spazio della sua vita, facendosi largo in quel fallimento che abita il suo cuore”. Entra “in gioco” il secondo verbo sottolineato nell'omelia di Papa Francesco: salire. Gesù sale sulla barca perché “non si limita a osservare le cose che non vanno, come spesso facciamo noi finendo per chiuderci nel lamento e nell’amarezza; Egli invece prende l’iniziativa, va incontro a Simone”. Poi, il terzo verbo: sedere. Gesù, “una volta salito, sedette. E questa, nei Vangeli, è la tipica postura del maestro, di chi insegna. Infatti il Vangelo dice che sedette e insegnò”. Un Maestro che reca a quei pescatori “la buona notizia, per portare la luce dentro quella notte di delusione, per narrare la bellezza di Dio dentro le fatiche della vita umana, per far sentire che c’è ancora una speranza anche quando tutto sembra perduto”.

 

Così fa per noi: “Quando il Signore sale sulla barca della nostra vita per portarci la buona notizia dell’amore di Dio che sempre ci accompagna e ci sostiene, allora la vita ricomincia, la speranza rinasce, l’entusiasmo perduto ritorna e possiamo gettare nuovamente la rete in mare”. L'omelia del Pontefice, poi, continua con il ringraziamento “per il loro servizio” tutte le autorità presenti delle Forze Armate, di Polizia e di Sicurezza. A loro è affidata una grande missione, “che abbraccia molteplici dimensioni della vita sociale e politica: la difesa dei nostri Paesi, l’impegno per la sicurezza, la custodia della legalità e della giustizia, la presenza nelle case di reclusione, la lotta alla criminalità e alle diverse forme di violenza che rischiano di turbare la pace sociale. E ricordo anche quanti offrono il loro importante servizio nelle calamità naturali, per la salvaguardia del creato, per il salvataggio delle vite in mare, per i più fragili, per la promozione della pace”.

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E, prendendo spunto dal Vangelo di oggi, Papa Francesco invita tutte le forze dell’ordine di fare come Gesù: di  vedere, salire, sedersi. “Vedere, perché siete chiamati ad avere uno sguardo attento, che sa cogliere le minacce al bene comune, i pericoli che incombono sulla vita dei cittadini, i rischi ambientali, sociali e politici cui siamo esposti. Salire, perché le vostre divise, la disciplina che vi ha forgiato, il coraggio che vi contraddistingue, il giuramento che avete fatto, sono tutte cose che vi ricordano quanto sia importante non soltanto vedere il male per denunciarlo, ma anche salire sulla barca in tempesta e impegnarsi perché non faccia naufragio, con una missione al servizio del bene, della libertà, e della giustizia. E infine sedervi, perché il vostro essere presenti nelle nostre città e nei nostri quartieri, il vostro stare sempre dalla parte della legalità e dalla parte dei più deboli, diventa per tutti noi un insegnamento: ci insegna che il bene può vincere nonostante tutto”.