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Papa Francesco, il fiuto del Popolo di Dio conduce alla Misericordia di Gesù

Il Papa celebra la Messa a Floriana, a Malta nella V domenica di Quaresima

Papa Francesco a Piazza dei Granai a Floriana |  | Courtney Grogan / EWTN
Papa Francesco a Piazza dei Granai a Floriana | | Courtney Grogan / EWTN
Papa Francesco a Piazza dei Granai a Floriana |  | Courtney Grogan / EWTN
Papa Francesco a Piazza dei Granai a Floriana | | Courtney Grogan / EWTN
Papa Francesco a Piazza dei Granai a Floriana |  | Courtney Grogan / EWTN
Papa Francesco a Piazza dei Granai a Floriana | | Courtney Grogan / EWTN

E’ del “‘fiuto’ del popolo di Dio, che non si accontenta del tempio fatto di pietre, ma si raduna attorno alla persona di Gesù” che parla Papa Francesco nella messa a Piazzale dei Granai a Floriana, la città che abbraccia Valletta, la antica rocca dei Cavalieri. 

Nel piazzale, un tempo spazio per i silos di grano, oggi si svolgono eventi pubblici e proprio in questo piazzale il 9 maggio 2001, San Giovanni Paolo II celebrò la Messa di beatificazione di tre maltesi: Giorgio Preca, Ignazio Falzon e Suor Maria Adeodata Pisani. Anche Benedetto XVI vi ha presieduto la celebrazione eucaristica nell’aprile 2010. Poco prima di arrivare in piazza a Floriana per la Messa, il Papa si è fermato per cambiare auto e salire sull’auto aperta davanti alla parrocchia dove si trova la tomba di San Giorgio Preca.

 

Nella seconda giornata del viaggio a Malta, che passa nei media solo per le parole sulla guerra in Ucraina, Papa Francesco commenta il Vangelo della V domenica di Quaresima, e mette in guardia dal “tarlo dell’ipocrisia” perché “c’è sempre il pericolo di fraintendere Gesù, di averne il nome sulle labbra ma di smentirlo nei fatti”. E’ sempre la misericordia la chiave di lettura che serve a capire “se siamo veri discepoli del Maestro” e “occorre anche verificare come guardiamo a noi stessi. Gli accusatori della donna sono convinti di non avere nulla da imparare. In effetti il loro apparato esterno è perfetto, ma manca la verità del cuore. Sono il ritratto di quei credenti che, in ogni tempo, fanno della fede un elemento di facciata, dove ciò che risalta è l’esteriorità solenne, ma manca la povertà interiore, che è il tesoro più prezioso dell’uomo”.

La strada del perdono di Dio “lascia sempre aperta una possibilità e sa trovare ogni volta vie di liberazione e di salvezza”. Papa Francesco propone delle domande per capire se davvero siamo in sintonia con Gesù: “Gesù, sono qui con Te, ma Tu che cosa vuoi da me? Cosa vuoi che cambi nel mio cuore, nella mia vita? Come vuoi che veda gli altri?”. Ci farà bene pregare così, perché il Maestro non si accontenta dell’apparenza, ma cerca la verità del cuore. E quando gli apriamo il cuore nella verità, può compiere prodigi in noi”.

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Perché “il Signore desidera che anche noi suoi discepoli, noi come Chiesa, perdonati da Lui, diventiamo testimoni instancabili di riconciliazione: di un Dio per il quale non esiste la parola “irrecuperabile”; di un Dio che sempre perdona, continua a credere in noi e dà ogni volta la possibilità di ricominciare. Non c’è peccato o fallimento che, portato a Lui, non possa diventare un’occasione per iniziare una vita nuova, diversa,

nel segno della misericordia”.

E conclude il Papa: “oggi è questa donna, che ha conosciuto la misericordia nella sua miseria e che va nel mondo risanata dal perdono di Gesù, a suggerirci, come Chiesa, di rimetterci da capo alla scuola del Vangelo, alla scuola del Dio della speranza che sempre sorprende. Se lo imitiamo, non saremo portati a concentrarci sulla denuncia dei peccati, ma a metterci con amore alla ricerca dei peccatori. Non staremo a contare i presenti, ma andremo in cerca degli assenti. Non torneremo a puntare il dito, ma inizieremo a porci in ascolto. Non scarteremo i disprezzati, ma guarderemo come primi coloro che sono considerati ultimi. Questo ci insegna oggi Gesù con l’esempio. Lasciamoci stupire da Lui. Accogliamo con gioia la sua novità.”

La messa è stata celebrata davanti alla Parrocchia di Nostra Signora della Medaglia Miracolosa davanti a circa 20mila fedeli e ai  rappresentanti delle Chiese cristiane e delle altre confessioni religiose.

Sulla piazza c’è anche la chiesa di San Publio, ritenuto il primo vescovo di Malta e colui che, secondo la tradizione, accolse l’Apostolo Paolo naufrago sull’isola. Martirizzato attorno all'anno 112, durante l’impero di Traiano, oggi è uno dei Santi Patroni di Malta e la sua festa ricorre il 21 gennaio.