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Papa Francesco: “Il nostro grande stipendio? Assomigliare a Gesù”

Papa Francesco dice Messa a Santa Marta | Papa Francesco, Cappella di Santa Marta, gennaio 2015 | © L'Osservatore Romano Photo / Catholic Press Photo Papa Francesco dice Messa a Santa Marta | Papa Francesco, Cappella di Santa Marta, gennaio 2015 | © L'Osservatore Romano Photo / Catholic Press Photo

Parte dal dialogo tra Gesù e Pietro, con l’apostolo che chiede al Maestro cosa avranno in cambio i discepoli nel seguirlo, dato che il Signore aveva detto al giovane ricco di vendere tutti i suoi beni e darli ai poveri. Ma – sottolinea Papa Francesco nell’omelia del giorno pronunciata nella cappella della Domus Sanctae Marthae, la cui sintesi è fornita da Radio Vaticana – un cristiano “non può avere il cielo alla terra,” non si può attaccare ai beni.

“Per questo, quando un cristiano è attaccato ai beni, fa la brutta figura di un cristiano che vuole avere due cose: il cielo e la terra. E la pietra di paragone, proprio, è questo che Gesù dice: la croce, le persecuzioni. Questo vuol dire negare se stesso, subire ogni giorno la croce…”

Ha spiegato il Papa che i discepoli avevano la tentazione di seguire Gesù, ma per avere qualcosa in cambio. Come la “mamma di Giacomo e Giovanni,” che “chiese a Gesù un posto per i suoi figli: ‘Ah, questo me lo fai primo ministro, questo ministro dell’economia …’, e prese l’interesse mondano nel seguire Gesù”.

La Pentecoste ha purificato il cuore di questi discepoli, e – evidenzia il Papa – “la gratuità nel seguire Gesù è la risposta alla gratuità dell’amore e della salvezza che ci dà Gesù”.

Quello che vuole un guadagno materiale, per il quale si vuole andare “sia con Gesù, sia con il mondo, sia con la povertà, sia con la ricchezza” è “un cristianesimo a metà, che vuole un guadagno materiale. E’ lo spirito della mondanità”.

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Ma ricchezze, vanità e orgoglio ci allontanano da Gesù, e per capirlo ci si deve ricordare del fatto  che Gesù ci annuncia che “i primi saranno gli ultimi e gli ultimi saranno i primi”, cioè “quello che crede o che è il più grande” si deve fare “il servitore, il più piccolo”:

Spiega il Papa: “Seguire Gesù dal punto di vista umano non è un buon affare: è servire. Lo ha fatto Lui, e se il Signore ti dà la possibilità di essere il primo, tu devi comportarti come l’ultimo, cioè nel servizio. E se il Signore ti dà la possibilità di avere beni, tu devi comportarti nel servizio, cioè per gli altri. Sono tre cose, tre scalini che ci allontanano da Gesù: le ricchezze, la vanità e l’orgoglio. Per questo sono tanto pericolose, le ricchezze, perché ti portano subito alla vanità e ti credi importante. E quando ti credi importante ti monti la testa e ti perdi”.

Ci si deve spogliare come ha fatto Gesù, che disse “Chi è il primo fra di voi, si faccia il servo di tutti”. Per questo – dice il Papa – dobbiamo chiedere a Gesù di insegnarci questa scienza del servizio e dell’umiltà.

“E’ brutto vedere un cristiano, sia laico, consacrato, sacerdote, vescovo, è brutto quando si vede che vuole le due cose: seguire Gesù e i beni, seguire Gesù e la mondanità. E questo è una contro-testimonianza e allontana la gente da Gesù. Continuiamo adesso la celebrazione dell’Eucaristia, pensando alla domanda di Pietro. ‘Abbiamo lasciato tutto: come ci pagherai?’, e pensando alla risposta di Gesù. Il prezzo che Lui ci darà è la assomiglianza a Lui. Questo sarà lo ‘stipendio’. Grande ‘stipendio’, assomigliarci a Gesù!”