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Papa Francesco in Macedonia: “Lasciamo tutti i pesi che ci separano dalla missione”

Il Papa con i religiosi di Skopje |  | Vatican Media / ACI Group
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Il Papa incontra i religiosi a Skopje |  | Vatican Media / ACI Group
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Papa Francesco incontra i religiosi a Skopje |  | Antonio Spadaio twitter
Papa Francesco incontra i religiosi a Skopje | | Antonio Spadaio twitter
Il Papa con i religiosi a Skopje |  | Vatican Media / ACI group
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L’incontro con i sacerdoti e i religiosi nella Cattedrale Sacro Cuore di Gesù di Skopje è l’ultimo impegno di Papa Francesco. Si conclude così il 29esimo viaggio apostolico del Pontefice, con un abbraccio ai religiosi macedoni.

“Vivo con speciale gratitudine questo momento – esordisce il Papa nel discorso - nel quale posso vedere la Chiesa respirare appieno con i suoi due polmoni, rito latino e rito bizantino, per colmarsi dell’aria sempre nuova e rinnovatrice dello Spirito Santo. Due polmoni necessari, complementari, che ci aiutano a gustare meglio la bellezza del Signore”.

La Cattedrale del Sacro Cuore di Gesù è sede della diocesi di Skopje. È stata costruita nel 1977 su progetto dell’architetto macedone Mickovskiego-Bajo ed ha sostituito la vecchia cattedrale, andata distrutta dopo il terremoto del 1963.

Durante l’incontro il Papa ha ascoltato la testimonianza di un sacerdote bizantino, di uno latino e di una religiosa. Tutti soffrono il fatto di essere in pochi e rischiano di cedere a qualche complesso di inferiorità.

Il Papa, nel suo discorso, risponde loro: “In non poche situazioni sentiamo la necessità di fare i conti: incominciamo a guardare quanti siamo... e siamo pochi; i mezzi che abbiamo… e sono pochi; poi vediamo la quantità di case e di opere da sostenere... e sono troppe... Potremmo continuare a enumerare le molteplici realtà in cui sperimentiamo la precarietà delle risorse che abbiamo a disposizione per portare avanti il mandato missionario che ci è stato affidato. Quando succede questo sembra che il bilancio sia in rosso”.

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Il vescovo di Skopje racconta al Papa la Chiesa della Macedonia: “La Sua venuta una benedizione per la nostra piccola Chiesa locale: tanto del Rito Romano – Occidentale come di quello Bizantino – Orientale, che hanno le vesti, rispettivamente, della Diocesi di Skopje e dell’Eparchia dell’Assunzione della B.V. Maria di Strumica-Skopje. Oggi in Macedonia vivono e operano le Suore Eucaristine che hanno qui la loro sede; le Figlie della Carità di S. Vincenzo; le Missionarie della Carità di Madre Teresa e il Movimento dei Focolari con il focolare Femminile”.

Fare i conti è sempre necessario quando ci può aiutare a scoprire e ad avvicinare tante vite e situazioni che pure ogni giorno stentano a far quadrare i conti –rassicura il Papa nel suo discorso - famiglie che non riescono ad andare avanti, persone anziane e sole, ammalati costretti a letto, giovani intristiti e senza futuro, poveri che ci ricordano quello che siamo: una Chiesa di mendicanti bisognosi della Misericordia del Signore. È lecito fare i conti solo se questo ci permette di metterci in movimento per diventare solidali, attenti, comprensivi e solleciti nell’accostare le stanchezze e la precarietà da cui sono sommersi tanti nostri fratelli bisognosi di una Unzione che li sollevi e li guarisca nella loro speranza”.

Papa Francesco porta l’esempio di Madre Teresa: “Un segno concreto di come la precarietà di una persona, unta dal Signore, sia stata capace di impregnare tutto, quando il profumo delle beatitudini si sparse sopra i piedi stanchi della nostra umanità”.

"Mai perdere la memoria della prima chiamata - dice a braccio il Papa - incontrati con il Signore della prima chiamata. Questa memoria ti salverà".

“Molte volte – conclude il Papa - spendiamo le nostre energie e risorse, le nostre riunioni, discussioni e programmazioni per conservare approcci, ritmi, prospettive che non solo non entusiasmano nessuno, ma che sono incapaci di portare un po’ di quell’aroma evangelico in grado di confortare e di aprire vie di speranza, e ci privano dell’incontro personale con gli altri. Come sono giuste le parole di Madre Teresa: Ciò che non mi serve, mi pesa! Lasciamo tutti i pesi che ci separano dalla missione e impediscono al profumo della misericordia di raggiungere il volto dei nostri fratelli”.

Il Papa conclude il suo discorso sottolineando l'importanza delle tenerezza nella vita religiosa. "Oggi ho avuto la grazia di vedere suore con tanta tenerezza. Quando sono andato al Memoriale di Madre Teresa ho visto la tenerezza delle religiose con i poveri. Per favore, tenerezza! Mai sgridare!", dice ancora una volta a braccio il Papa. 

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Prima di lasciare la Cattedrale, il Papa benedice la prima pietra del Santuario di San Paolo. Successivamente si trasferisce all’Aeroporto di Skopje. Qui viene accolto dal Presidente della Repubblica per la cerimonia di congedo e accompagnato ai piedi dell’aereo. Papa Francesco farà ritorno a Roma alle ore 20,30, subito dopo la consueta conferenza stampa con i giornalisti in aereo.

Durante il volo il Papa ha fatto pervenire un telegramma di saluto al Presidente della Macedonia del Nord esprimendo la sua gratitudine per la generosa ospitalità e invocando su tutta la nazione abbondanti benedizioni.

pezzo aggiornato alle ore 19e30 con i telegrammi