“Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. La rivelazione di Gesù oggi interpella tutti noi: siamo chiamati a credere nella risurrezione non come a una specie di miraggio all’orizzonte, ma come a un evento già presente, che ci coinvolge misteriosamente già ora. E tuttavia questa stessa fede nella risurrezione non ignora né maschera lo smarrimento che umanamente sperimentiamo davanti alla morte”. Lo ha detto il Papa, stamane, celebrando la Messa nella Basilica Vaticana in suffragio di Cardinali e  Vescovi defunti nel corso dell’anno.

“Fuorché nel peccato – ha ricordato Francesco - Gesù è pienamente solidale con noi: ha sperimentato anche il dramma del lutto, l’amarezza delle lacrime versate per la scomparsa di una persona cara. Ma ciò non diminuisce la luce di verità che promana dalla sua rivelazione, di cui la risurrezione di Lazzaro fu un grande segno. Oggi è a noi che il Signore ripete: Io sono la risurrezione e la vita. E ci chiama a rinnovare il grande salto della fede, entrando fin da ora nella luce della Risurrezione”.

Gli amorosi disegni di Dio per i suoi eletti – ha aggiunto – sfuggono del tutto a quanti hanno come unico orizzonte la realtà mondana. Nel pregare per i Cardinali e i Vescovi defunti nell’arco di questo ultimo anno, chiediamo al Signore di aiutarci a considerarne in maniera giusta la parabola esistenziale. Gli chiediamo di dissolvere quella mestizia negativa, che a volte s’infiltra in noi, come se con la morte finisse tutto. Si tratta di un sentimento lontano dalla fede, che si aggiunge all’umana paura di dover morire, e da cui nessuno può dirsi del tutto immune. Per questo, davanti all’enigma della morte, anche il credente deve continuamente convertirsi. Quotidianamente siamo chiamati ad andare oltre l’immagine che istintivamente abbiamo della morte come annientamento totale di una persona; a trascendere il visibile scontato, i pensieri codificati e ovvi, le opinioni comuni, per affidarci interamente al Signore”.

“La preghiera in suffragio dei defunti, elevata nella fiducia che essi vivono presso Dio, spande così – ha concluso Papa Francesco - i suoi benefici anche su di noi, pellegrini qui in terra. Essa ci educa a una vera visione della vita; ci rivela il senso delle tribolazioni che è necessario attraversare per entrare nel Regno di Dio; ci apre alla vera libertà, disponendoci alla continua ricerca dei beni eterni. Ricordiamo con gratitudine la testimonianza dei Cardinali e dei Vescovi defunti vissuti nella fedeltà al volere divino; preghiamo per loro cercando di seguirne l’esempio. Il Signore effonda sempre su di noi il suo Spirito di sapienza, in maniera particolare in questo tempo di prova. Soprattutto nelle ore in cui il cammino si fa più difficile, Egli non ci abbandona, rimane con noi”.