Come vivere la Pasqua? Papa Francesco lo dice ancora in una intervista ad un giornale, La Stampa di Torino: “Con penitenza, compassione e speranza. E umiltà, perché tante volte ci dimentichiamo che nella vita ci sono le “zone oscure”, i momenti bui”.

Del resto Dio “Ci sostiene in tanti modi” dice il Papa senza distinzione “tra credenti e non credenti. Siamo tutti umani e come uomini siamo tutti sulla stessa barca. E nessuna cosa umana deve essere aliena per un cristiano. Qui si piange perché si soffre. Tutti. Ci sono in comune l’umanità e la sofferenza. Ci aiutano la sinergia, la collaborazione reciproca, il senso di responsabilità e lo spirito di sacrificio che si genera in tanti posti. Non dobbiamo fare differenza tra credenti e non credenti, andiamo alla radice: l’umanità. Davanti a Dio tutti siamo dei figli”.

Il grazie agli operatori sanitari e il “dolore di chi se n’è andato senza congedo diventa ferita nel cuore di chi resta”.

In un saluto speciale ai piemontesi ricorda la poesia-preghiera di Nino Costa alla Madonna Consolata e per il futuro dice che bisogna “ricordare una volta per tutte agli uomini che l’umanità è un’unica comunità. E quanto è importante, decisiva la fraternità universale. Dobbiamo pensare che sarà un po’ un dopoguerra. Non ci sarà più “l’altro”, ma saremo “noi”. Perché da questa situazione potremo uscire solo tutti insieme”. E si dovrà ripartire dalle radici “fare memoria di questa difficile esperienza vissuta tutti insieme. E andare avanti con speranza, che mai delude. Queste saranno le parole chiave per ricominciare: radici, memoria, fratellanza e speranza”.